«La scelta dell'Europa è una follia: faremo di tutto perché non venga ratificata dal Consiglio». L'onorevole di Forza Italia Claudia Porchietto, ex assessore regionale alle Attività Prodottile, non intende rimanere ferma. Il Parlamento a Bruxelles ha votato lo stop alla vendita di automobili a benzina e a diesel dal 2035. Una decisione che, per molti, rischia di mandare al collasso l'economia piemontese. Ecco perché mercoledì 15, alle ore 14, Porchietto e gli altri parlamentari di Fi incontreranno a Roma sindacati, Confindustria, Anfia e Confapi: «L'obiettivo è scrivere insieme una risoluzione che impegni il Parlamento e il governo a intraprendere una strada diversa da quella votata e convincere l'Europa a fare un passo indietro». In realtà il lavoro per non arrivare a questa decisione è iniziato parecchi mesi fa attraverso i parlamentari del Ppe, come Antonio Tajani e Massimiliano Salini: «Abbiamo cercato di far modificare il principio di elettrificazione con quello di neutralità: noi Italiani siamo all'avanguardia con il cosiddetto biometano ecologico, e l'Eni è tra i principali fautori di nuovi combustibili ad emissione negativa di anidride carbonica». Ma è andata diversamente: «Il Pd - continua Porchietto - ha deciso di imboccare questa via talebana vanificando tutto il lavoro di relazioni e dialogo con forze politiche fuori dal Ppe. Anche il ministro dei Trasporti tedesco è dalla nostra parte». Tra gli emendamenti del Pd, uno chiede di tutelare la Motor Valley bolognese: «Quindi vogliono salvare le auto di lusso (contro le quali noi non abbiamo nulla), ma uccidere 450 imprese italiane e seppellire la filiera piemontese. Lo sappiamo: il motore endotermico ha una serie di componenti che non sono paragonabili a quello elettrico, che richiederebbe quindi un minore livello di occupazione». Porchietto, poi, sottolinea un altro aspetto che sembra un paradosso: «Gli Usa non hanno adottato la nostra stessa impostazione, loro pensano di poter ragionare su un 50% elettrico e un 50% con motori di ultima generazione che vedrebbero l'utilizzo di tecnologie tali per cui l'abbattimento di CO2 sarebbe garantita. Premettendo che affacciarsi a quel mercato per le nostre imprese sarebbe davvero difficile, la follia sarebbe permettere a tutti gli altri Paesi di trovare un modo di abbattere le emissioni mentre noi, che stiamo inventando tutta una serie di tecnologie, le perdiamo definitivamente». Per poi, secondo l'onorevole, fare «un passo Indietro quando ormai sarà tardi e la nostra filiera sarà distrutta».