Le comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono ancora sconosciute a gran parte delle Pmi ma c'è un nucleo di imprese che ha già iniziato a muoversi in tale direzione o lo farà a breve. A osservarlo un'indagine del Centro Studi Confapi Brescia, la quale osserva che oggi due imprese su cento stanno già lavorando per costituirne una, un altro 4% sta iniziando mentre il 7% «sta cercando informazioni per muoversi operativamente». Le imprese che al momento non mostrano alcun interesse sono oltre un terzo (35%), mentre il 52% annuncia l'intenzione di informarsi. Nel complesso il livello di conoscenza è scarso: per il 60% delle Pmi è prossimo allo zero, un altro 16% le conosce poco.
Secondo il centro studi il 13% di piccole e medie imprese che già sta lavorando per costituire una Cer o ha intenzione di farlo rappresenta «la punta di diamante» di un tessuto produttivo che, in tempi rapidi, potrebbe essere protagonista di una trasformazione delle comunità locali, dando un contributo all'indipendenza energetica del sistema Paese. «Fermo restando che una strategia per generare stabilità e autosufficienza energetica a livello nazionale va trovata — osserva il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua, le Cer rappresentano un'opportunità da sfruttare perché possono aiutare a ridurre i costi, a stabilizzare le forniture e a propiziare la transizione energetica in una modalità più sostenibile. In questo momento la conoscenza è ancora scarsa e si sconta un ritardo oramai di diversi mesi dei decreti attuativi, senza i quali le nuove opportunità previste dalla norma sono poco sfruttabili».