Export da record per il 2022 bresciano. Nei primi 9 mesi dell'anno, le vendite all'estero hanno raggiunto quota 16,8 miliardi di euro, il 21% in più rispetto ai primi nove mesi del 2021. Circa 5,2 miliardi sono stati prodotti solo nel terzo trimestre (+14,3% rispetto al 2021) nonostante il protrarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, le problematiche legate al costo degli input energetici e l'inflazione galoppante, che impatta sulla fiducia degli operatori economici e sul loro potere d'acquisto. Positivo il saldo commerciale dei primi tre trimestri, che è pari a circa 5,7 miliardi di euro. L'area Ue post Brexit è stata, come sempre, la zona di maggior scambio, con esportazioni nell'ordine degli 11,2 miliardi di euro (in crescita del 23%). «Il tessuto manifatturiero afferma il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua sta mostrando una grande tenuta e le attese sono per una chiusura di anno positiva. Sappiamo però che la prima parte del 2023 sarà difficile, come già evidenziato da un certo rallentamento degli ordinativi e dal permanere di un quadro d'incertezza». Tra i beni esportati, i più dinamici risultano essere prodotti della metallurgia (+34,1%), prodotti alimentari e bevande (+23%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+22,7%). «La dinamica record è, almeno in parte, ascrivibile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall'industria bresciana è l'analisi di Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all'Internazionalizzazione -. Ciò implica un aumento inflattivo del valore delle merci, sia in acquisto sia in vendita, a parità di quantitativi. Questo andamento sta diventando una costante nelle ultime rilevazioni, ma non deve farci dimenticare, in ogni caso, l'elevata propensione verso l'estero della nostra provincia».