Prezzi delle materie prime e dell'energia sono in fase di ritracciamento, ma sarebbe un errore pensare che il ciclo rialzista inaugurato nel marzo del 2020 sia terminato e tutto fa pensare che la volatilità dei prezzi sarà piuttosto elevata anche per il 2023. In casa Confapi invitano alla prudenza, consapevoli che le piccole e medie imprese che rappresentano la base associativa sono quelle che anche il prossimo anno rischiano di essere un po’ le vittime degli sballottamenti in corso a livello globale. «Non abbiamo più un mercato elettrico reale — osserva il direttore di Apiservizi Enea Filippini —. Chi ha un fornitore se lo tiene, perché cambiarlo significa versare anticipi di minimo due mesi e fidejussioni anche se si è buoni pagatori. Siamo in una sorta di accettazione di condizioni non negoziabili». Situazione poco piacevole, le PMI si muovono cercando di sfruttare le occasioni. Nell'anno che si sta concludendo sono state 280 le aziende associate che hanno aderito ai protocolli energia e gas erogati da Apiservizi. Nei giorni scorsi, in una corsa contro il tempo per i tempi ristretti, Confapi Brescia ha aggregato 98 imprese per accedere alla misura «Energy Release», una misura che permetterà di avere elettricità a 210 euro megawattora invece degli attuali 300 euro del prezzo di mercato in questo momento: «Se poi non serve tanto meglio, vuole dire che il prezzo è sceso, altrimenti ci sarà un buon vantaggio», osserva Filippini. Certo è che la misura ha avuto tempi strettissimi e se Confapi Brescia è stata brava a correre per aggregare imprese, è anche vero che è stata l'unica tra le territoriali dell'associazione a riuscire a farlo. «A volte osserviamo un eccesso di estemporaneità in certe misure — rileva il presidente di Confapi Cordua—. Sarebbe opportuna una progettualità di più ampio respiro». Per le comunità energetiche, rispetto alle quali Confapi si sta ponendo come soggetto attivo: «Aspettavamo i decreti a ottobre, poi a novembre, oggi non li vediamo ancora e si parla di marzo», sottolinea Cordua nel rilevare che forse solerzia e strategia dovrebbero andare di pari passo in tempi nei quali da un lato il prezzo dell'energia è fin troppo ballerino e dall'altro si danno scadenze rigide sulla transizione ecologica. Altro tema in campo è quello dell'iscrizione al registro dei cosiddetti "gasivori" entro il 16 gennaio: «Principio condivisibile — afferma Filippini —, si selezionano le imprese che ne hanno bisogno e si dà una mano in termini di agevolazioni. Dopodiché si vedrà come funziona e, anche qui, c'è stata molta fretta con un bando aperto solo pochi giorni fa». Questa la situazione, con le imprese che cercano di respirare sul fronte dei costi energetici e con margini drasticamente ridotti nel giro di pochi mesi (dopo la festa del 2021 a onor del vero) e con possibilità di scaricare a valle i costi sempre minori. «In un contesto nel quale — così sottolinea il consulente Confapi per le commodities Gianclaudio Torlizzi — in cui la fase attuale di stabilizzazione dei prezzi delle materie prime sembra più la base di partenza per un nuovo possibile ciclo di rialzi. Rialziste sono anche le prospettive del petrolio — osserva Torlizzi la cui offerta è destinata a rimanere tesa in ragione dell'embargo europeo sul greggio e i prodotti raffinati russi».