La Cisl alza il tono del dibattito regionale e sprona il nuovo governatore a fronteggiare le emergenze che attanagliano la Sicilia. A due mesi dalle elezioni non c'è ancora la giunta, gli assessori sono sulla giostra delle trattative all'interno del centrodestra. Secondo il segretario regionale del sindacato, Sebastiano Cappuccio «servono soluzioni per il caro bollette»: dalla misura del credito di imposta agli incentivi all'autoproduzione di energia; dalla semplificazione dei procedimenti amministrativi all'istituzione di un "fondo per la povertà energetica" e all'accelerazione delle procedure per il decollo delle rinnovabili. Ancora, dall'ampliamento dei beneficiari del bonus energia, che «andrebbe esteso alle famiglie con Isee fino a 30 mila euro», all'accelerazione dell'iter per realizzare i «termovalorizzatori, necessari per estrarre energia dall'indifferenziata non riciclabile né recuperabile'>. È un ventaglio d'interventi quello che la Cisl Sicilia ha proposto ieri in occasione di un meeting svoltosi a Palermo: «Al neo-governatore Schifani chiediamo di costituire un tavolo di crisi che metta in campo una task force capace di fronteggiare l'emergenza a 360 gradi, andando incontro alle esigenze del commercio, del turismo, del manifatturiero, dell'agroalimentare. Del sistema degli enti locali». Cappuccio ha aperto il meeting 'Ridiamo luce alla Sicilia. Proposte concrete contro il caro energia", organizzato dal sindacato. E al quale, oltre al segretario, hanno preso parte: Angelo Colombini, segretario confederale nazionale Cisl; Mario Alvano, segretario generale Anci Sicilia; Dhebora Mirabelli, presidente di Confapi Sicilia e Nico Torrisi, presidente di Federalberghi regionale. Secondo il segretario è necessario intervenire attraverso «un confronto strutturato tra istituzioni e parti sociali per una strategia di medio-lungo termine di politica industriale ed energetica che concentri gli sforzi nei prossimi mesi sugli investimenti, a partire da quelli del Pnrr». Alla relazione del segretario Cappuccio è seguito il confronto. Per Colombini la Sicilia deve valorizzare le sue risorse: «Ha l’acqua per l'idrogeno, il vento per l'eolico, il sole per il fotovoltaico e il solare. Deve puntare sulle rinnovabili ammodernando le reti di trasmissione». Il segretario generale dell'Anci Sicilia ha lanciato l'allarme «perché il raddoppio dei costi energetici ha un impatto devastante sui Comuni, che non hanno strumenti nell'immediato per farvi fronte». La conseguenza è il rischio del taglio di servizi fondamentali: dall'illuminazione pubblica agli impianti sportivi a tutti i servizi che si reggono sul consumo di acqua. L'aumento del costo della luce è destinato infatti a riverberarsi sempre più sulle tariffe dell'acqua. Federalberghi e Confapi hanno portato la voce del mondo delle imprese. Un grido di dolore che si è manifestato plasticamente nell'esibizione in video da parte di Torrisi, che si è collegato on line, della bolletta arrivata a un piccolo hotel per il solo mese di agosto: 96.503 euro. «Noi non facciamo narcotraffico», ha commentato laconicamente, denunciando che "di fronte a una tale emergenza le strutture del lusso possono riposizionarsi. Ma i piccoli e medi alberghi vanno sottocosto e finiscono col chiudere». La presidente di Confapi ha osservato che per la transizione ecologica ci vogliono anni. Nel frattempo però «non si può fare una guerra di religione della cosiddetta tassazione green che pesa sui bilanci delle imprese».