Da una parte le imprese, dall'altra i sindacati. Tutti che tirano per la giacca il presidente Solinas. a ricordargli che «ci siamo anche noi», anzi l'aspettano al varco per «aprire un dialogo», per un confronto, per guardarsi in faccia attorno a un tavolo di concertazione che, a sentire la Cgil, «in quasi 4 anni non c'è mai stato». Eppure ci sono da affrontare le «enormi difficoltà» della Sardegna, secondo Confindustria, per dare risposte alle imprese in affanno, ai sardi che un lavoro non ce l'hanno oppure è cosi precario che meglio non illudersi. Per parlare di sanità, di quel diritto alla salute che nell'Isola traballa e, ormai, «si ha paura di ammalarsi», dice la Uil. Insomma: «La Regione si svegli», ora non dopo le elezioni, è il messaggio lanciato un po' da tutti per destare l'attenzione di una Giunta «distratta dalla campagna elettorale e distante dai problemi quotidiani che da tempo attendono risposta».
Sistema produttivo
Il grido d'allarme delle imprese arriva dalle associazioni di categoria. Ed è Confindustria Sardegna meridionale, con il suo presidente Antonello Argiolas, a farsene portavoce, elencando i temi più scottanti, dalla crisi energetica ai trasporti alle infrastrutture, su cui si attendono risposte da anni. E ora, «in un periodo così drammatico» c'è di mezzo anche un rimpasto in una Giunta orfana dell'assessore ai Trasporti e in via di ristrutturazione. «I tempi lunghi di quello che viene chiamato rimpasto rendono ulteriormente difficili le reazioni alle enormi difficoltà che la Sardegna deve fronteggiare, a partire da quelle del lavoro e dell'economia, che vanno affrontate con massima e rinnovata determinazione». In particolare il presidente di Confapi, Giorgio Delpiano, propone alla Regione, «come già sta facendo il Governo, di costituire un fondo per la compensazione dei costi energetici e delle materie prime».
Parti sociali
Più agguerriti i sindacati. Per la Cgil Sardegna, è ora di cambiare. «In questi quattro anni la Regione non ha fatto nulla», accusa il segretario Samuele Piddiu. «Questa Giunta non ha mai dato prova di stacanovismo e ora la situazione è aggravata da una campagna elettorale che sta assorbendo completamente presidenti e assessori». Da qui l'appello lanciato a nome dei sindacati: «Il presidente della Giunta apra subito un tavolo di concertazione con le segreterie regionali sulle emergenze dell'Isola», ribadisce il leader della Cisl, Cavino Carta, «per individuare priorità e urgenze in modo da contrastare il forte disagio sociale e raccogliere l'istanza di sviluppo e lavoro che ne è alla base». Appello sottoscritto dalla segretaria Uil Francesca Ticca: «La situazione è disastrosa su molti fronti, sanità innanzitutto, ormai alla deriva. La riforma non basta se poi non si risolvono i nodi del sistema: nonostante le girandole fatte nessun problema è stato risolto. E il lavoro? Sempre più instabile e precario. Vedo una Sardegna con tante diseguaglianze territoriali, che la politica non vede, immersa com'è in un clima di ubriacatura elettorale che coinvolge tutti, nessun partito escluso, mentre la gente, il mondo del lavoro e delle imprese aspettano risposte».
L'opposizione
Una seduta straordinaria del Consiglio regionale sul caro-bollette: la chiede il consigliere dei Progressisti Antonio Pia, che ha raccolto «chiamate e messaggi di imprenditori che rischiano di dover chiudere l'attività e di licenziare». Tra le realtà consolidate oggi a rischio ci sono le piscine di Lu Fangazzu e quelle di Latte Dolce che offrono un servizio sociale a Sassari. «11 voto è un appuntamento importante ma nel frattempo non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia», rimarca Piu. Silvio Lai (Pd) parla di «Regione paralizzata, una maggioranza in Consiglio che non riesce a fare leggi da mesi, forse per evitare che siano impugnate perché anticostituzionali, conflitti in maggioranza che superano di gran lunga i provvedimenti adottati in una legislatura che i sardi non vedono l'ora di archiviare».