«Se i costi energetici rimarranno tali e non si interverrà con aiuti al settore Brescia molto presto non sarà più la provincia delle centomila imprese» dice Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia. Un presagio da far tremare i polsi, anche se non entra nel dettaglio di quante aziende possano chiudere da qui all’inizio del prossimo anno. Un timore, il suo, condiviso a denti stretti anche da altre associazioni di categoria. Tutte rivolgono il loro disperato appello alla politica nazionale e a Bruxelles affinché prendano provvedimenti immediati come «Lo scoppiamento del costo dell’energia elettrica da quello del gas (in gergo decoupling, ndr) e un intervento dell`Europa sulla borsa Ttf del gas di Amsterdam, che determina le speculazioni» dice con lucidità il presidente di Apindustria Brescia, Pierluigi Cordua. Apindustria che si prepara nel frattempo ad una rivoluzione green epocale: «Stiamo predisponendo la nascita di diverse comunità energetiche che funzioneranno con energie rinnovabili, fotovoltaico in primis. Non possiamo certo aspettare i 15 anni necessari alle centrali nucleari di nuova generazione né i cinque che servono per nuove trivellazioni in Adriatico. Per installare un impianto fotovoltaico sui tetti e avvicinarsi all`autosufficienza energetica servono circa 6 mesi» ricorda Cordua, convinto che si debbano sfruttare presto e bene i 2,2 miliardi stanziati dal Pnrr per le Cer. Disaccoppiare il costo dell`energia elettrica da quello del gas è però dirimente: la corrente prodotta con le rinnovabili viene pagata dal Gse 80 euro a Megawattora, quella prodotta con il metano (schizzato ieri a 350 euro a Megawattora) è arrivata a superare i 700 euro a MWh. Per il leader di Apindustria il tetto al prezzo del gas russo non è servito a molto «ma non voglio entrare in tematiche politiche che non mi riguardano. Dico solo che l`Europa potrebbe intervenire sull`andamento dei prezzi stabilito dalla Borsa di Amsterdam». Il presidente di Confartigianato Brescia torna sulle possibili ricadute per la nostra provincia: «le imprese quest`anno bruceranno in bollette i loro pochi utili e il costo folle dell`energia metterà in ginocchio quelle che hanno fatto investimenti nell`era Covid» dice ricordando il dramma del calzaturificio di Borgo san Giacomo costretto a lasciare a casa 20 dipendenti perché stritolato dal caro bollette. «Io sono terrorizzato per i costi sociali che saranno ricaricati sulle aziende e a cascata sui lavoratori e le loro famiglie» prosegue Massetti, per il quale le colpe di questa situazione sono da addebitare alla risposte inadeguate della politica: «La politica, sia italiana che europea, è in ritardo rispetto a quanto chiedono le imprese e mi arrabbio a vedere certe forze politiche che hanno affossato il governo Draghi chiedergli ora più incisività». Ma l`affondo è anche nei confronti di un`Europa «che non si decide a prendere decisioni epocali: cosa aspettiamo a scollegare il costo dell`energia elettrica da quello del gas e a bloccare temporaneamente il mercato del gas Ttf di Amsterdam da dove scaturiscono le speculazioni di questi mesi?». E un appello, forte, al mondo politico italiano era arrivato anche nello scorso fine settimana da Confindustria Brescia, che d`intesa con il mondo sindacale aveva lanciato un appello affinché desse «risposte immediate e concrete, se necessario ricorrendo a risorse straordinarie, a supporto di imprese e lavoratori» avevano detto Roberto Zini e Fabio Astori, due degli otto vicepresidenti in carica. In fortissima crisi è anche il settore agricolo, come stanno denunciando da settimane le associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri). L`aumento vertiginoso del prezzo di latte e carni al dettaglio non basta a coprire i rincari energetici. Una stalla su dieci è a rischio chiusura ha sottolineato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, mentre il presidente della sezione bresciana, Valter Giacomelli entra-nel dettaglio della situazione: «Agricoltori e allevatori non hanno ammortizzatori sociali e non possiamo mettere in cassa integrazione vacche, maiali, galline in attesa che si sgonfino i costi dell`energia. Con Covid e guerra si è capito il ruolo strategico dell`autosufficienza alimentare ma mi aspettavo per il nostro comparto dei provvedimenti ad hoc: vorrei che le aziende agricole fossero considerate strategiche come le aziende energetiche visto che produciamo beni di prima necessità». Giacomelli concorda con l`idea del decoupling e l`intervento sulla Borsa di Amsterdam ma si appella anche all`Europa affinché «arrivino risorse immediate alle imprese come è stato fatto durante il Covid, non dimenticando le famiglie: dobbiamo fare arrivare 300 euro in più in busta paga ai lavoratori o ci sarà un crollo nei consumi. Noi stiamo già assistendo ad una diminuzione importante nella vendita di prodotti lattiero caseari e carni e sono molto preoccupato». Per colpa del caro energia, e della siccità, l`inflazione ha subito un balzo dell`8,4% e i prodotti alimentari rincari vertiginosi: i lombardi spenderanno 1,8 miliardi in più, i bresciani circa 200 milioni in più.