«Per chi assumerà il governo del Paese, la priorità deve essere il salvataggio del tessuto produttivo: la situazione era critica prima delle vacanze, ora è insostenibile. I prezzi che si prospettano per gas ed energia e che in parte sono già reali oggi mettono molte aziende nella condizione di non sapere se continueranno a essere operative oppure se, in assenza di sostegni, per loro sia più conveniente chiudere». Per Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino, la sopravvivenza delle imprese deve essere la priorità del prossimo governo. «Un terzo degli stipendi in Piemonte è pagato dall`industria, ma da quella dipende anche il terziario».
I partiti e le coalizioni presentano le proprie proposte per economia e mondo del lavoro. Dal vostro punto di vista, cosa servirebbe?
«Ci sono tre livelli. In Europa bisogna proseguire l`opera iniziata dal governo Draghi per il tetto al prezzo di gas e energia, e per l`autonomia energetica: è complicato, ma bisogna arrivarci anche per superare la dipendenza dal gas della Russia che può decidere - e l`ha già fatto - di interrompere le forniture lasciandoci in grande difficoltà. Sullo stoccaggio l`Italia era più avanti rispetto ad altri Paesi, ma non siamo comunque al sicuro per superare l`inverno in caso di nuovi stop dal Cremlino. Senza un`operazione di questo tipo le
nostre aziende rischiano di perdere competitività rispetto a realtà nazionali più autonome dal punto di vista energetico: è un problema per il Paese, ma lo è soprattutto per una regione come il Piemonte dove l`export rappresenta per molte aziende una quota importante del fatturato».
E a livello nazionale cosa dovrà fare il nuovo governo per sostenere le imprese?
«Dovrà per forza agire sul credito di imposta: le misure attuali non sono più sufficienti. Gli sgravi devono essere proporzionali all`impatto dei consumi sul fatturato perché possono esserci aziende molto grandi con bollette "piccole", e aziende molto piccole costrette ad affrontare costi stellari. Serve poi un`opera di sburocratizzazione: chi voglia adesso investire in energie rinnovabili per risparmiare sui costi di energia e gas - e penso ad esempio alla posa dei pannelli fotovoltaici - deve poterlo farlo in tempi brevi, senza le attuali lungaggini. Ma qui toccherebbe alla Regione intervenire».
Al voto manca ormai meno di un mese: farete arrivare le vostre richieste ai partiti?
«Nel mio programma di mandato avevo previsto di creare dei gruppi di lavoro per dialogare con le istituzioni e avanzare delle proposte. La scadenza elettorale, arrivata a sorpresa in piena estate, rende questo mio impegno ancora più urgente. Nei prossimi giorni, al rientro dalle ferie, Api organizzerà una serie di incontri con gli aspiranti parlamentari per lanciare l`allarme sulla gravità della situazione e porre i temi che consideriamo urgenti».
Area di crisi complessa, giga-factory di Intel: teme che il cambio della guardia a Palazzo Chigi possa mettere a rischio queste partite strategiche per il Piemonte?
«Non posso pensare che un dossier come quello dell`area di crisi complessa, a cui abbiamo lavorato per due anni, possa subire scossoni. I progetti vanno presentati entro il 20 e mi aspetto che, anche dopo il voto, tutto proceda secondo la tabella di marcia che ha già subito ritardi nella fase preliminare e che, ora che si è entrati nel vivo, con la pubblicazione dei bandi, deve proseguire speditamente. Piuttosto il problema è che, di questo passo, nelle prossime settimane l`area di crisi complessa sarà destinata ad allargarsi, perché saranno sempre di più le aziende in difficoltà e quelle che faranno ricorso alla cassa integrazione».
Ci sono timori sul Pnrr?
«Si è fatto un gran lavoro finora. Il mio timore è che se prima il Pnrr poteva rappresentare l`occasione per l`Italia di rilanciarsi e recuperare il gap rispetto ad altri Paesi, ora finisca per essere lo strumento di sopravvivenza rispetto alla nuova crisi economica».