La proposta del leader di Confapi Napoli

«Creiamo al Centro direzionale un distretto di alta tecnologia che punti su diversi settori: sanità, agritech e aerospazio. Un polo per la ricerca e l`università». La proposta arriva da Raffaele Marrone, presidente Confapi Napoli.
Cosa serve per rilanciare il Centro direzionale?
«La questione sollevata da ll Mattino è di assoluta importanza. Il Centro direzionale è una parte importante della città. E’ sempre stato il simbolo dell`economia di sviluppo finanziaria di Napoli, oltre che essere strategico per il comparto giustizia. Come altre zone della città ha bisogno di una visione che vada verso il futuro. Dobbiamo avere un’idea di città complessiva, che abbia una evoluzione, dove il Centro direzionale possa essere strategico. Non statica, dove si fanno chiacchiere, si presentano progetti e poi non si riesce a realizzare nulla. Per la posizione che ha il Centro direziona si deve immaginare una “connessione” dell`area con diversi Enti: universitari e di
ricerca».
Qual è la vostra proposta?
«Creare un distretto di alta tecnologia, che possa avere al proprio interno diverse strutture: dal sanitario, all’agritech, all`aerospazio. Il Centro direzionale, grazie ai suoi volumi esistenti, deve tornare ad essere attrattivo. Può essere un esempio di cambiamento urbanistico importante per Napoli. Il tutto collegato al mondo delle piccole e medie imprese che noi come Confapi rappresentiamo. Bisogna ripopolare e non svuotare quei l`area».
Si riferisce al progetto della Regione di trasferire i suoi uffici in un’area poco distante dal Centro direzionale?
«Credo che ci voglia una visione di responsabilità da parte della Regione. Se ha intenzione di portare avanti questa progettualità deve farsi portatrice sana di un`idea che possa includere e non escludere il Centro direzionale dalla vita della città. Si dia allora una nuova funzionalità a quel distretto. Certo non si può pensare di trasferire tutti gli uffici a duecento metri di distanza e abbandonare le torri oggi occupate, senza pensare al futuro, o ad una rivitalizzazione dell`area stessa. Non possiamo permetterci un`altra zona desertificata della città. Rimodulazione e cambiamento devono essere coniugate in una visione di insieme».
Di cosa ci sarebbe bisogno nell`immediato al Centro direzionale?
«Sicuramente un`attenzione alla sicurezza. I cittadini devono essere liberi di poterlo vivere anche in orari non di ufficio, il sabato, o la sera in settimana. Perché ci sono spazi grandi e c`è anche un albergo e dunque turisti. E poi vanno curate e rimesse a nuovo le parti di arredo urbano e verde, che necessitano di manutenzione. Negli ultimi anni c`è stata una gestione approssimativa che certo non ha aiutato. Oggi il Centro direzionale versa in pessime condizioni. Serve una sterzata e serve a stretto giro. Anche portare eventi può aiutare a riqualificarlo e a viverlo di più. Non è semplice spostare in quell`area la movida, così come non è semplice immaginare di portare eventi, ma potrebbe essere una soluzione a breve termine, in attesa di un rilancio più complessivo. Inoltre siamo pronti a presentare una proposta di piano urbanistico che tiene dentro il Centro direzionale, ma che si allarga anche ad altre zone della città».
Ovvero?
«Confapi Napoli guarda con favore e interesse a un cambiamento urbanistico che sia, ovviamente, incentrato su una sana progettualità di sviluppo e riqualificazione. Tanti sono gli immobili e gli spazi che hanno necessità di trovare una nuova collocazione e una nuova riorganizzazione anche di natura funzionale. Gli esempi li conosciamo tutti: Bagnali, l`area ex Nato, l`area Botteghelle, Palazzo Fuga e San Giovanni a Teduccio. Da decenni si parla di questi luoghi e della necessità di restituirli alla cittadinanza. Ma serve intervenire con un solo piano urbanistico a cui partecipino tutti gli attori istituzionali. Così da poter realizzare una proposta organica, una visione unica di sviluppo della città cui Confapi Napoli contribuirà con una propria idea di piano urbanistico che la nostra associazione presenterà e regalerà a Comune e Regione per una valutazione ed eventuale condivisione. Proveremo a offrire soluzioni che diano sviluppo e che rappresentino un richiamo per le attività imprenditoriali di cui la città ha tanto bisogno».