È uno scenario incerto quello che si profila per il secondo semestre 2022: l'inflazione corre, la Bce aumenta i tassi, lo spread incalza, aggiungendo ulteriore preoccupazione negli investitori, mentre volano i costi dell'energia, delle materie prime e anche quelli del carrello della spesa. «É un momento storico davvero complesso per l'economia: sottolinea Giovanni da Pozzo, presidente della Camera di Commercio di Pordenone-Udine è difficile fare previsioni sull'andamento di questa fiammata inflattiva dovuta anche al conflitto in Ucraina che non accenna a risolversi: a ciò si aggiungono la penuria di materie prime e di componentistica e gli altissimi costi dei trasporti: basti pensare ad una piazza logistica globale come Shanghai ferma per l'emergenza sanitaria. Nell'incertezza, però, guardiamo anche ad alcuni dati postivi: penso al boom del turismo che in FVG fa registrare località soldout dalla montagna al mare e che è capace di muovere altri settori strategici come cultura, commercio e agroalimentare». Le criticità di questi mesi hanno sottolineato le fragilità di fondo del sistema economico italiano ed europeo con un impatto che andrà ben oltre il 2022 si legge in una nota di Confindustria Udine É quindi più che mai urgente ridisegnare in maniera sostanziale le politiche economiche italiana ed europea, non solo per l'energia. Allo stesso tempo, si registrerà una riduzione del potere d'acquisto valutabile in quasi cinque punti percentuali: in questo contesto la soluzione più efficace per l'immediato sarebbe la riduzione del cuneo fiscale o, per un periodo più lungo, detassare i premi di risultato e le ore straordinarie. «L’aumento dei tassi da parte della Bce era scontato per arginare la crescita inflattiva che complica ulteriormente un mercato già provato dall'aumento dei costi dell'energia, delle materie prime e dalla carenza di componenti strategici; commenta Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico il rapporto tra salari bassi e inflazione che viaggia verso il 7%, è una questione di emergenza, così come l'annoso dibattito sulla riduzione del cuneo fiscale che implica trovare altre coperture finanziarie. Credo sia fondamentale far pesare meno sulle fasce deboli l'onere della crisi e adottare misure che creino un clima di coesione sociale: su questo si misura la solidità e forza di un paese». Secondo il direttore regionale di Coldiretti Fvg Cesare Magalini, «il caro energia spinge la speculazione dal campo alla tavola con gli agricoltori spesso costretti a lavorare in perdita e i consumatori a "tagliare" il carrello della spesa a causa dell'aumento dei prezzi al dettaglio. Se i prezzi per le famiglie crescono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non coprono nemmeno i costi di produzione. In particolare, il balzo dei beni energetici ha avuto un impatto fortemente penalizzante sui bilanci delle imprese, già in difficoltà all'inizio della campagna agraria causa spese maggiorate fino al 50-60% per concimi e altre materie prime». Per Graziano Matti, presidente di Confartigianato Fvg, servirebbe una linea d'intervento europea strutturata sul lungo periodo: «l'aumento del costo del denaro è un ulteriore shock ad un comparto già provato dalla pandemia. Bisognerebbe invece ristrutturare il debito medio/ lungo periodo perché, al momento, le aziende non hanno marginalità dopo 2 anni come quelli passati. Penso con preoccupazione al prossimo autunno/inverno non solo per le imprese, ma anche per il potere d'acquisto delle famiglie: bisognerebbe agire sul cuneo fiscale, dando maggiore dignità a chi lavora».
Per il presidente di Confapi Massimo Paniccia «l'aumento dei tassi di interesse avrà pesanti conseguenze sul debito pubblico italiano che è già insostenibile. Sul versante delle imprese questi fattori complicano di molto la loro tenuta sui mercati. Infatti, sulla spinta della crescita intravista nel 2021, gli aumenti di produzione sono compromessi dall'improvviso peggiorare delle condizioni operative esterne. È impossibile fare previsioni, ma il Governo italiano, nelle sedi internazionali, dovrà essere sempre più attento agli interessi economici delle imprese che coincidono con quelli del Paese».