Nel primo trimestre del 2022, l'export bresciano sfiora i 5.510 milioni di euro, il valore più alto di sempre, ed evidenzia una crescita del +28% sullo stesso periodo del 2021 e del 10% rispetto al precedente trimestre. In forte crescita sono anche le importazioni: 3.735 milioni, +16% rispetto all'ultimo trimestre 2021 (3.214 milioni) e +54% rispetto al primo trimestre 2021 (2.421 milioni). Il saldo commerciale resta ampiamente positivo, essendo di poco inferiore agli 1,8 miliardi di euro. Come osserva l'Istat la dinamica è stata positiva lungo tutto la penisola ma Brescia, all'interno di un quadro positivo, è nel gruppo delle province nelle quali l'export ha dato il maggior contributo a livello nazionale. In una nota il centro studi Confindustria Brescia osserva che, nonostante i risultati positivi conseguiti nel primo trimestre dell'anno, il sistema delle imprese risente del pesante clima d'incertezza globale, in un contesto in cui, all'endemica scarsità di materie prime e di componenti si aggiunge il prolungarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Il centro studi rileva inoltre che la dinamica positiva del commercio mondiale (+4,8% nel primo trimestre) e l'incremento del prezzo di vendita impattano sulla dinamica delle vendite all'estero. «Allo stesso tempo osserva il centro studi -, l'indebolimento dell'euro sul dollaro e i forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali spiegano in parte la notevole impennata delle importazioni». I dati sull'export sono stati rielaborati anche dal centro studi di Apindustria Confapi Brescia. «Il risultato era atteso af- ferma il presidente di Apindustria Confapi Brescia Pierluigi Cordua I segnali che abbiamo sulla seconda parte dell'anno mostrano però una maggiore incertezza e un rallentamento, derivanti da una situazione geopolitica problematica che è andata actaggiungersi ai noti problemi sui costi delle materie prime, dell'energia e della logistica». Da parte di Cordua anche una nota positiva: «Anche in un contesto così difficile, vale la pena segnalare le opportunità di finanza agevolata per le imprese, sul fronte dell'internazionalizzazione e non solo. Vivremo un Reriodo che imporrà ad alcuni comparti industriali forti cambiamenti. Il ruolo della politica e del sistema sarà determinante per guidare la transizione verso un'economia più sostenibile, che tenga però conto non soltanto di temi ambientali, ma anche di problematiche economiche e sociali».