La situazione è grave, poiché il «Prezzario» delle opere pubbliche della Regione Puglia (appena pubblicato) non è congruo e «confligge con quanto previsto dal Decreto Aiuti e vanifica il Decreto Sostegni». È questo l'allarme lanciato ieri nella conferenza congiunta delle associazioni edili di Lecce (Ance, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato presso la Camera di Commercio). Nel corso degli interventi è stato evidenziato come «siano a rischio la realizzazione del PNRR e l'intero sistema dei lavori pubblici e che a pagarne lo scotto saranno soprattutto le imprese sane». «E’ una situazione inaccettabile - afferma il presidente Ance Lecce Valentino Nicolì -. Respingiamo al mittente il prezzario regionale e chiediamo che venga revocato. Se non arriviamo ad avere progettazioni con prezzi congrui il rischio concreto è che salti il sistema. Alcune gare nazionali sono già andate deserte con importi da 40/50 milioni di euro come ad esempio, Anas Pescara e Aeroporti di Roma». La Regione Puglia, pubblicando l'aggiornamento 2022 dell'elenco prezzi delle opere pubbliche, ha suscitato lo sconcerto delle imprese edili che, dopo quasi tre anni di attesa, hanno visto adottare «un prezzario di fatto scaduto e non idoneo a riequilibrare la grave situazione economica». «Lo strumento, per come è costruito - ha detto Giuseppe Petracca, direttore Confapi -, allontana dal mercato le aziende sane e quindi il pericolo è che il territorio venga invaso da soggetti senza scrupoli, che facciano offerte fuori mercato». L'allarme è serio e circostanziato: «è un danno importante per la nostra economia - dichiara Luigi Marullo, presidente Confartigianato Imprese Edili Lecce - per i nostri lavoratori e per le imprese perché l'alternativa è solo la chiusura». «Non solo sono state disattese le aspettative - ha concluso Fernando De Carlo, presidente Cna Costruttori - ma questo Prezzario ha peggiorato le cose, riportandoci indietro negli anni». Le richieste delle Associazioni compatte sono chiare: un provvedimento immediato di revoca del nuovo Prezzario; il rispetto della scadenza del 31 luglio per l'adeguamento infrannuale del prezzario, il coinvolgimento diretto e fallivo delle Associazioni di categoria nella redazione del nuovo elenco prezzi.
«Sciatteria, incompetenza o cosa? Ce lo stiamo chiedendo da quando abbiamo avuto fra le mani il tanto sospirato prezziario 2022 della Regione. Ma a quanto pare - accusano i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia - dopo un ritardo di tre anni (i prezzi erano fermi al 2019) siamo di fronte ad adeguamenti irrisori e che non tengono minimamente conto del Decreto prezzo approvato dal Governo il 4 aprile scorso, ed oltretutto fanno riferimento agli aumenti di un anno fa e quindi diventa inutile perché già vecchio».