Cantieri dei bonus facciate e dell'ecobonus 110% a rischio per mancanza di liquidità delle imprese . È la denuncia che arriva da Confapi Industria, l'associazione che in Liguria riunisce 55 piccole e medie ditte edili. Una situazione che rischia di bloccare gli interventi programmati ma anche í cantieri già avviati per la difficoltà di ottenere la cessione del credito da parte degli istituti bancari che porta così le aziende a non avere la liquidità per mandare avanti gli interventi sugli immobili. Chi ha sfruttato lo sconto in fattura, pagando la quota residua e trasferendo il credito nel cassetto fiscale delle imprese, rischia di non veder conclusi i lavori di ristrutturazione. Una paralisi iniziata a novembre 2021 con il decreto Antifrode (dopo la denuncia dell'agenzia dell'entrate per le dichiarazioni gonfiate per ottenere più detrazioni dallo stato e per bloccare l'aumento incontrollato dei prezzi) che ha portato a una stretta sui crediti e a dover presentare documentazioni aggiuntive anche per i cantieri già in corso. «Ci saremmo aspettati una riapertura totale dei mercati invece, da febbraio, il decreto Sostegni Ter ha introdotto il divieto di doppia cessione del credito. In pratica, il blocco totale del mercato secondario, quello degli istituti di credito più piccoli - spiega Fortunato Capogreco, presidente di Aniem Confapi Liguria -. Così al momento ci sono pochissime banche, solo quelle più strutturate, in grado di concedere la cessione del credito. Con i tempi di attesa che si sono ulteriormente dilatati e si trasformano in nuovi ritardi dei lavori» .La stretta legislativa ha interessato soprattutto le pratiche del bonus facciate del 90% che in Liguria sono quelle più richieste anche perchè il patrimonio edilizio risale soprattutto agli anni del boom economico. Sono appena 1.400, invece, gli interventi dell'ecobonus dal 2020 a marzo 2022: la Liguria è la quart'ultima regione italiana davanti soltanto alla Basilicata (1.200 cantieri), il Molise (702) e la val d'Aosta (400). Per fare un confronto, la Lombardia, la regione che più di tutti ha sfruttato gli incentivi del 110%, dal 2020 ha aperto 18.040 cantieri. Intanto in Liguria la preoccupazione delle imprese resta alta. A queste condizioni il volano di bonus ed ecobonus del settore edile rischia di trasformarsi in un boomerang. «Siamo in una situazione di incertezza totale, se non si sbloccherà c'è il rischio di arrivare a una crisi del settore e di tutte le imprese con ripercussioni anche sull'occupazione continua il presidente di Aniem Confapi Liguria . Chiediamo, quindi, di riaprire al più presto Cassa Depositi e Prestiti ai crediti del bonus così anche gli istituti più piccoli avrebbero la certezza di poter portare avanti le pratiche». E quello che succederà in questi mesi avrà effetti anche sul lungo termine. In ballo ci sono tutti i nuovi cantieri per l'ecobonus del 2023 ma anche i grandi appalti legati ai fondi europei del Pnrr.