Tremila chilometri sui van per portare in salvo i profughi

MODENA. Oltre tremila chilometri tra andata e ritorno, tre van che si sono messi in moto colmi di beni di prima necessità e altre donazioni di aziende del territorio per tornare con a bordo nove profughi ucraini, di cui quattro minorenni. Da Modena una storia di una missione umanitaria partita dal basso, ovvero quando Cristina Giacomelli, la promotrice, dopo aver visto alla tv i bombardamenti russi, ha deciso di promuovere via social un viaggio al confine fra Polonia e Ucraina, per andare a prendere i profughi eventualmente interessati a raggiungere in Italia parenti o conoscenti connazionali. In poco tempo si è creata una rete in grado, anche grazie al crowdfunding, di permettere ai mezzi di accendere il motore alla volta di due delle principali mete di approdo del popolo ucraino in fuga: Prszemysl e Medyka, dove finisce la Polonia e comincia, appunto, il territorio del conflitto. Il progetto dei modenesi si è incrociato con quello di un'associazione di Alessandria, la Sie, che con quattro mezzi è riuscita ad accompagnare in Italia altri ucraini. Fondamentale per la realizzazione del progetto modenese è stato il sostegno dato da Confapi Emilia, su uno dei van era anche presente il direttore Stefano Bianchi. La partenza è stata venerdì mattina da Modena appunto. In serata l'arrivo a Cracovia, dove è avvenuta la consegna dei cartoni pieni di beneficenza, consegnati a chi in Polonia si sta occupando dell'emergenza umanitaria. Ieri mattina i tre furgoncini hanno raggiunto uno dei simboli della guerra che i russi hanno scatenato con l'invasione del 24 febbraio, vale a dire l'ex centro commerciale di Prszemysl, dove i profughi dall'Ucraina vengono indirizzati per essere registrati e ricevere una prima assistenza. Lì il gruppo di Modena ha intercettato sei cittadini ucraini, quattro donne e due minori, che sono subito ripartiti alla volta dell'Italia salendo su due dei tre van. Il terzo si è spostato verso Medyka, dove passa la frontiera, e da dove a migliaia entrano incessantemente in Polonia. Proprio a Medyka è stata individuata una giovane di 25 anni, con due bambini di due e quattro anni, che da due giorni era in attesa di un passaggio per l'Italia, dato che è il Paese dove abitano dei connazionali che conosce da tempo e di cui si fida. Il rientro dei van con la conclusione dei ricongiungimenti previsti dei nove profughi, nel corso della domenica. «Lacrime, sorrisi, gioia, sofferenza, paura, speranza. Tre giorni commenta Stefano Bianchi di emozioni contrastanti che ci hanno permesso di conoscere un nuovo significato di sofferenza che noi italiani classe '70 non conoscevamo e per questo torniamo a Modena più ricchi, noi per primi. Tutto questo soltanto osservando le facce dei nostri compagni di viaggio ucraini ai quali speriamo di essere riusciti a dare un po' di forza e un posto sicuro per preparare il proprio ritorno in patria». E quella di Modena è una missione simile a tante altre che sono state avviate in queste settimane in tutta Italia in nome della pace e della solidarietà.