Gli ordini arrivano a singhiozzo e le aziende annaspano. A volte la richiesta è altissima e costringe all'assunzione di interinali o agli straordinari, altre è pari a zero o quasi e le aziende sono costrette a fermarsi e a ricorrere alla cassa integrazione. La schizofrenia del flusso degli ordini coinvolge un po' tutti i settori. Ciò significa che se un'azienda lavora su più direttrici si ritrova con i problemi amplificati. È il caso della Eltek, azienda con 1.800 dipendenti nel mondo e due sedi in Italia, dove lavorano circa 700 persone, realtà fondamentale per la tenuta dell'indotto automotive torinese. «Ci muoviamo su tre divisioni principali: automotive, elettrodomestico e medicale. Su tutti e tre i settori abbiamo il problema della carenza dei materiali, che è tanto nostro quanto dei nostri clienti» conferma Fulvio Cerutti, direttore generale del gruppo Eltek. «Pur avendo un discreto portafoglio di aziende non riusciamo ad evaderlo nei tempi che vorremmo per i materiali che arrivano a singhiozzo». Mentre si parla sempre della mancanza dei chip, prosegue Cerutti, «la realtà è che a rotazione manca quasi tutto: una volta è la plastica, l'altra gli imballaggi. All'inizio credevamo che lo shortage dei materiali riguardasse solo i materiali elettronici: abbiamo scoperto sulla nostra pelle che non e cosi». Come si fa a gestire tutto quanto? «L'unica possibilità che abbiamo è fare una forte pressione nei confronti dei fornitori da parte nostra e da parte dei nostri più grandi clienti, come per esempio Bmw. Le leve che abbiamo sono molto corte perché i grandi fornitori distribuiscono i componenti un po' come vogliono» prosegue il manager. Il silicio, ad esempio, è stato dato molto di più alle case produttrici di beni di consumo come gli iPhone o gli smartphone Android e meno alle case automobilistiche. Dal punto di vista produttivo «anche alla Eltek facciamo il tempo pieno quando c'è il materiale mentre, se non ci sono ordini, fermiamo le macchine, andiamo in cassa e ricorriamo agli straordinari». Una situazione che sta monitorando anche l'Api. «Sta capitando di tutto in tutti i settori. C'è una criticità fortissima, lo diciamo da mesi ma ora si è acuita - sottolinea il presidente di Api Torino, Corrado Alberto -. Il problema dei rincari delle materie prime non si è mai risolto, si è aggiunto l'aumento del costo dell'energia e, a catena, questo incide su turni e ordini. Piuttosto che produrre in modo antieconomico, le aziende si fermano e cercano alternative come fabbricare di notte quando l'elettricità costa di meno». Questo però comporta anche un incremento del costo del lavoro, perché si devono pagare gli straordinari. Ancora un altro rincaro da inserire nel conto, che fa sballare i bilanci.