L'obbligo di vaccinazione per gli over 50 (circa 40 mila persone nel Bresciano), scatta oggi, insieme alle prime sanzioni per chi non è in regola. Ma gli effetti sul mondo del lavoro si potranno misurare solo fra due settimane: dal 15 febbraio entrerà infatti in vigore l'obbligo di esibire il green pass rafforzato (che si ottiene con le vaccinazioni oppure con la guarigione dal Covid) anche nei luoghi di lavoro per coloro che hanno più di 5o anni. Le imprese bresciane si dichiarano pronte ad adeguarsi al cambiamento e non prevedono, al momento, nuove difficoltà: «Non abbiamo riscontrato finora criticità specifiche, le imprese sono organizzate e abituate da tempo ai protocolli di sicurezza», evidenzia il presidente di Apindustria Confapi Brescia Pierluigi Cordua. «Rileviamo tuttavia che i cinquantenni di solito sono figure di grande esperienza e valore per le aziende e la loro assenza potrebbe creare problemi. Allo stato attuale, tuttavia - rimarca Cordua - non ci vengono segnalate situazioni particolari. Questo significa che la percentuale dei lavoratori 50enni non vaccinati sul territorio è bassa o comunque non impatta in maniera significativa sulla forza lavoro». Sulla stessa linea Roberto Zini, vicepresidente di Confindustria Brescia: «I controlli per gli over 50 sono stati organizzati da tempo con i rilevatori di green pass e non prevediamo difficoltà particolari dovute all'introduzione del nuovo obbligo. Certo questi ulteriori controlli porteranno a un nuovo appesantimento per le aziende ma si tratta di sforzi che vengono messi in campo volentieri se servono ad uscire dall'impasse in cui ci troviamo». Per quanto riguarda le vaccinazioni tra i dipendenti di dati ufficiali non ce ne sono, «sappiamo però che alcune persone per cui scatterà l'obbligo hanno scelto di non vaccinarsi. Questo rischia di creare difficoltà anche sul fronte dei rapporti interni con i nostri lavoratori, che non vorremmo interrompere. Per questo cerchiamo di persuaderli anziché aprire occasioni di conflitto». Gli sforzi delle imprese sono oggi indirizzati però soprattutto alla gestione delle numerose assenze dei dipendenti dovute a quarantene e contagi: la media delle assenze è lievitata e interessa trasversalmente tutti i settori produttivi. «Fino al 30% del nostro personale spiega Roberto Zini è attualmente fermo tra casi di positività, contatti stretti e difficoltà nella gestione dei figli che non possono andare a scuola». E proprio le difficoltà del mondo della scuola si riflettono pesantemente sull'organizzazione aziendale: «Abbiamo chiesto più volte una posizione chiara sulla scuola che limitasse ad esempio il ricorso alla didattica a distanza per gli studenti che sono già vaccinati, perché le conseguenze per le famiglie e quindi per le imprese sono pesanti: ogni mattina all'appello mancano decine di persone e questo complica la gestione quotidiana». Anche nelle piccole e medie imprese le difficoltà maggiori sono da imputarsi a Omicron: «Abbiamo una percentuale di assenza superiore al 20% a causa di isolamenti e contagi che penalizzano la forza delle nostre imprese in un momento, per di più, molto delicato», sottolinea Pierluigi Cordua. Intanto per frenare la corsa di Omicron si moltiplicano gli appelli alle vaccinazioni. Per gli over 50 non in regola con le vaccinazioni è prevista una multa da 100 euro, dal 15 febbraio invece chi sarà trovato sul luogo di lavoro senza il green pass rafforzato rischia fino a 1.500 euro di multa.