Negli stabilimenti si lavora di notte per abbattere i costi dell'energia. La produzione diurna viene ridotta a un solo giorno a settimana con inevitabile ricorso alla Cassa integrazione: per sostenere il caro bollette si punta sulla rinegoziazione dei contratti con l'aiuto degli esperti. Le piccole e medie aziende friulane sono a caccia di soluzione per abbattere le salatissime bollette dell'energia con importi raddoppiati in pochi anni. Gli aumenti colpiscono tutti e questa volta a fotografare la realtà è la direttrice generale dell'Associazione piccole e medie industrie Confapi, Lucia Piu, sempre più convinta che da questa situazione si può uscire solo con un aiuto governativo.

LA CORSA AI RIPARI

«In alcuni casi spiega il costo dell'energia è talmente alto che per molte realtà rischia di diventare insostenibile. Non a caso qualche azienda, ha deciso di ridurre la produzione a un solo giorno a settimana, il martedì». Chi ce la fa, invece, cerca di ribaltare i maggiori costi sui fornitori e questo, alla fine della filiera, ricade anche sui consumatori finali. «La situazione è eterogenea continua la direttrice di Confapi c'è chi ha siglato contratti biennali quando i prezzi erano più bassi e non si è ancora accorto dell'aumento dei prezzi, chi attutisce l'impatto grazie agli impianti fotovoltaici e chi, invece, sta fronteggiando problemi seri». Proprio perché la situazione è complessa, Confapi auspica in un intervento del Governo per riuscire a calmierare i prezzi. Secondo il monitoraggio dell'associazione di categoria tutte le aziende manifatturiere vivono con preoccupazione l'aumento del prezzo dell'energia: «Le fonderie hanno chiuso qualche reparto già prima di Natale e chi può lavora di notte, nella fascia in cui il prezzo è meno caro, lo fa». La direttrice vorrebbe individuare una via d'uscita, ma in questo momento l'unica cosa che può fare è rafforzare il gruppo energia di Confapi per offrire consulenza alle aziende in difficoltà. «Stiamo notando sottolinea l'aumento del numero di consulenze richieste per contrattare il prezzo: quasi tutte le aziende ci chiedono di analizzare il contratto in essere. Vogliono verificare se c'è un modo per rinegoziarlo e spuntare prezzi migliori».

GLI AUMENTI

Secondo le rilevazioni e le stime effettuate dal centro studi della Cgia di Mestre, quest'anno le imprese del Friuli Venezia Giulia, a fronte di un consumo di 8.228 Gwh, spenderanno 1,3 miliardi di euro in più, rispetto alla cifra sostenuta nel 2019. Nel giro di tre anni, in piena pandemia, il costo dell'energia per le aziende è raddoppiato. E purtroppo non è il solo. Se al maggiore costo dell'energia sommiamo il rincaro delle bollette del gas, la cifra rischia per molti di diventare davvero insostenibile fino a costringere «molte attività, almeno temporaneamente, a chiudere gli impianti produttivi». Grandi e piccole imprese sono colpite indistintamente dal caro energia anche se «secondo gli ultimi dati Eurostat relativi al primo semestre 2021,1e piccole aziende pagano l'energia elettrica il 75,6 per cento e il gas addirittura il 133,5 per cento in più delle grandi». Lo rilevano gli analisti dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, non senza far notare che il tessuto delle piccole e medie imprese costituisce oltre il 99 per cento delle aziende italiane, dà lavoro a oltre il 60 per cento degli addetti del settore privato ed è la componente caratterizzante il made in Italy nel mondo.