Le nuove sfide per le Pmi: innovazione e sostenibilità

Si sa che la crisi economica legata alla pandemia ha colpito piccole, medie e grandi imprese, ma non sempre in egual modo. Molto è dipeso anche dal settore in cui operano e dalla geolocalizzazione. Al Nord, ricco d'infrastrutture e supporto istituzionale, un'azienda in difficoltà ha potuto ritrovare quasi subito slancio per ripartire, mentre al Sud, dove già in periodo pre-Covid le difficoltà erano enormi, gli imprenditori hanno dovuto rimboccarsi le maniche e giocare d'inventiva, da "squadra". È questo un limite o addirittura un vantaggio in prospettiva? E soprattutto: il sistema delle imprese come si sta evolvendo nella nostra regione? "Parlare di sistema - spiega Emilio Alfano, presidente di Confapi Campania - implica un'organizzazione collettiva che le rappresenti tutte. Poiché al momento non appare così, sarebbe preferibile parlare di 'mondo' delle Pmi campane, una densa, articolata e vivace realtà economica, della quale le diverse Associazioni di categoria rappresentano solo una quota". Per non spegnere la vitalità e, anzi, dargli nuova linfa bisogna considerare che "la realtà delle Pmi non è sistematizzabile. Al suo interno, infatti, ci sono aziende diversissime anche nello stesso settore, che non vanno imbrigliate con misure dall'alto, ma scatenate con l'innesto di nuove competenze ed energie" aggiunge lo storico esponente dell'associazionismo datoriale. Due le sfide chiave: "la digitalizzazione delle relazioni commerciali e dei processi produttivi da un lato; e dall'altro il passaggio dei processi e dei prodotti a modalità progettate per essere originariamente sostenibili con l'ambiente", evidenzia Alfano. E ritorniamo quindi al quesito iniziale: le aziende campane, pur nella loro diversità, saranno in grado di farcela da sole? Per Alfano, questo non è possibile. Servirà l'intervento del governo centrale che assicuri un clima ambientale idoneo. "È indispensabile - continua il presidente di Confapi Campania - concentrarsi sul mantenimento di condizioni finanziarie che permettano alle Pmi, che per definizione sono più fragili sotto questo aspetto, di far fronte ai propri programmi e salvaguardare i propri dipendenti. Quindi auspichiamo un deciso ulteriore ampliamento dell'intervento pubblico di garanzia per invogliare il sistema bancario a supportare le imprese meritorie". Un aiuto per gli imprenditori potrebbe giungere dal Programma Europa Digitale. Un progetto che "sostiene piani in cinque settori cruciali: supercalcolo, intelligenza artificiale, cybersicurezza, competenze digitali avanzate, diffusione delle tecnologie digitali nell'economia e nella società. È un'iniziativa meritoria sottolinea Alfano -. Per renderlo concreto, auspico si possano trovare modalità di attuazione che favoriscano il rapporto tra Università e Pmi". Per di più, in questa fase di ripartenza sarà fondamentale il ruolo delle organizzazioni datoriali. Per Alfano "oltre alle funzioni classiche di associazione firmataria di contratti collettivi e promotrice di iniziative e servizi, sia locali che nazionali, la Confederazione va vissuta, ora più che mai, come luogo d'incontro e confronto con altre persone che vivono quotidianamente le responsabilità che il ruolo dell'imprenditore, piccolo o grande che sia, comunque comporta. Essere quindi un faro che consenta al piccolo imprenditore di non sentirsi solo e isolato, ma parte attiva di un contesto sociale che ne riconosca il valore e ne agevoli gli sforzi".

 

Pnrr, lotta alla burocrazia per non perdere i fondi

La pandemia ha bloccato tutto il nostro programma operativo degli ultimi due anni, ha fatto deviare in corso d'opera la nostra organizzazione e ha imposto un cambio nella modalità di supporto agli associati". Per Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli, l'emergenza sanitaria, unita a quella economica, ha rappresentato e rappresenta tuttora un banco di prova per tutti. Soprattutto per le Istituzioni. "Le nostre Pmi - spiega - hanno necessità di una riqualificazione forte dell'ambiente operativo a cui possiamo contribuire, pur con buona volontà, solo in minima parte. Ci sono altri preposti a farlo". Chi? "Penso agli Enti locali che devono migliorare i servizi da fornire alle imprese e ai cittadini, soprattutto riguardo ai tempi di velocità di erogazione. Parliamo di una delle criticità più acute da affrontare se vogliamo far ripartire l'economia a Napoli e nel Sud Italia. Poi possiamo pensare di affrontare le peculiarità delle singole esigenze, ma se non partiamo dalla lotta alla cattiva burocrazia, falliremo anche per la spesa del Pnrr". E la lotta alla mala-burocrazia la può fare solo lo Stato. Sul fronte liquidità e tenuta finanziaria delle strutture produttive, la situazione è forse meno drammatica di quel che si creda. "Oggi sono molte le agevolazioni che aiutano ad affrontare le criticità del periodo - rileva Marrone -, ultimo un bando emanato da Simest, società di Cassa Depositi e Prestiti che aiuta gli imprenditori negli investimenti e nella delicata fase di internazionalizzazione. E poi c'è il Recovery fund. È un'opportunità che non può sfuggire, dobbiamo avere la capacità di creare il nostro futuro in questo momento: tutto dipende dalla possibilità di saper spendere i soldi in modo giusto e veloce con investimenti utili ed efficaci che diventeranno le fondamenta dell'economia di domani". Per Marrone è fondamentale "la possibilità di far nascere nuove aziende e far maturare nuovi settori economici" come nanotecnologie e cybersecurity, "con la consapevolezza che l'unica soluzione è credere nel Made in Italy, che resta ancora uno dei brand più importanti al mondo". 'Dobbiamo puntare a formare i nostri imprenditori ad una visione internazionale per competere con mercati più grandi e concorrenze più agguerrite. Per riuscirci, dobbiamo stringere un rapporto ancora più forte tra il mondo delle ricerca e le imprese per un vicendevole scambio di esperienze, come abbiamo fatto e facciamo in Confapi Napoli. Solo così possiamo pensare di migliorare i nostri prodotti e le nostre produzioni per acquisire spazi sui mercati esteri", sottolinea ancora il numero uno di Confapi Napoli. Per fare tutto questo però c'è bisogno che da Roma, in questa fase di rilancio, arrivi “un impulso decisivo per aiutare il Sud a recuperare il gap con il Nord e con l'Europa". Impulso che non può non riguardare le infrastrutture in genere e il settore dei trasporti, assai carenti sotto il Garigliano. "Ma anche le Regioni devono fare la propria parte - prosegue Marrone -, individuare le criticità e intervenire localmente se possibile o chiedere a chi di competenza di adottare i provvedimenti del caso". Non tutto può essere risolto dal Governo, a sentire il presidente dell'associazione napoletana. "Occorre inoltre anche concertazione: il mondo della libera impresa e quello istituzionale devono dialogare, discutere dei problemi e delle soluzioni, creare anche nuove occasioni di collaborazione - conclude il presidente di Confapi Napoli -. Il privato e il pubblico sono complementari: continuare a etichettarli come mondi distinti e distanti non fa altro che rendere più problematica una coabitazione già difficile".