Cordua (Api): «Le nostre imprese mostrano una grande capacità di ripresa»
 
 
Nel quarto trimestre 2020 le esportazioni bresciane tornano ai livelli pre-Covid, crescono di oltre il 13% rispetto al trimestre precedente e fanno meglio (+5,2%) addirittura del quarto trimestre 2019, l'ultimo prima della pandemia. Piccoli segnali, insomma, che non appena torna una parvenza di normalità, la manifattura bresciana ricomincia a correre. La situazione è ancora incerta ovviamente, e molto dipende dai tempi e dalla velocità della campagna vaccinale. «La dinamica del quarto trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo ottobre-dicembre 2020, ha registrato un segno positivo (+4% tendenziale), recuperando interamente i livelli pre-Covid - sottolinea in una nota il Centro studi di Confindustria Brescia.  Le prospettive per inizio 2021 risultano condizionate dall'incertezza sul riacutizzarsi della pandemia e dai tempi di realizzazione della campagna vaccinale». Positivo lo sguardo di Pierluigi Cordua, il presidente di Confapi Brescia: «Come già avevamo segnalato nelle indagini congiunturali dei mesi scorsi i segnali positivi che arrivano dalla manifattura bresciana sono evidenti. I dati ci dicono che le imprese bresciane mostrano una straordinaria capacità di ripresa. Anche per questo siamo soddisfatti dell'importante accordo con Regione Lombardia, al cui raggiungimento abbiamo contribuito in maniera significativa, che estende la campagna vaccinale anti Covid-19 alle aziende manifatturiere lombarde». Se il quarto trimestre ha fatto bene (4,25 miliardi l'export, +13,696 appunto), il 2021 inizia incerto, il 2020 nel complesso è ovviamente molto negativo, a causa di una primavera in cui è rimasto tutto fermo o quasi. II risultato è che nel 2020 le esportazioni bresciane hanno avuto un valore pari a 14,88 miliardi, in calo del 9,3% rispetto al 2019. Simile l'andamento delle importazioni: nel  quarto trimestre 2020 hanno raggiunto quota 2,1 miliardi, in crescita de116,7% rispetto al trimestre precedente e dell’ 1'1,25% rispetto al quarto trimestre 2020. Nel 2020  le importazioni complessive hanno avuto un valore di 7,75 miliardi di euro, in calo del 13, 5% rispetto all'anno precedente. Il 2020 è stato anno pessimo ma, allungando l'orizzonte temporale, si può vedere addirittura un bicchiere non troppo vuoto. Nella feroce crisi di oltre un decennio fa, l'export bresciano subì infatti un colpo ancor più pesante, passando dai 14 miliardi del 2008 ai 9,8 dell'anno successivo. Poi ricominciò la scalata, ma fu molto lenta, al punto che per tornare ai livelli pre crisi si dovette attendere il 2014 (14,2 miliardi di export). L'anno record delle esportazioni fu il 2018, quando venne sfiorata quota 17 miliardi. Il 2019 registrò un calo di circa 600 milioni rispetto all'anno precedente, discesa dovuta soprattutto alla seconda parte dell'anno, segno evidente che la pandemia si è innestata in una situazione di rallentamento dell'economia mondiale. Oggi la pandemia c'è ancora, ma già si intravedono piccoli segnali di ripresa e di ritorni rapidi ai livelli pre Covid. Molto dipenderà, appunto, dalla velocità e dall'efficienza della campagna vaccinale. Nel caso l'export bresciano è pronto per ripartire. D'altronde, quel 13,6% in più da un trimestre con l'altro è meglio della media del Nord Ovest (+6,5%) e ancor più delle altre ripartizioni territoriali. Detto questo, qualche nube rimane: «La forte ripresa dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati - ha osservato il centro studi di Confindustria - E qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato anche dall'apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro».