Intervista a Donatella Pecchini di Felmar e Confapi
 
«Non ci sono orari specifici in entrambi i casi, bisogna trasmettere questi concetti anche nell'azienda». «Le donne hanno più attitudini all'inclusione e all'ascolto» Il Decreto interministeriale 234 del 16 ottobre scorso ha individuato i settori e le professioni (limitatamente al settore privato) caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna superiore al 25%, per il quale trovano applicazione gli incentivi all'assunzione per il 2021. Tra i settori che presentano maggiore disparità c' è anche quello dell'imprenditoria e dell' amministrazione aziendale. Abbiamo affrontato questo tema delle disuguaglianze e della sostenibilità con l' imprenditrice Donatella Pecchini, Ceo dell'azienda di arredamento Felmar di Limidi e consigliere del Gruppo Donne Imprenditrici. Pecchini, lei ha voluto tornare a parlare di imprenditoria femminile e contribuire a riaccendere il movimento Donne Imprenditrici in Confapi Emilia. «Uno dei principali motivi che ci hanno portato a ricomporre, dopo diversi anni, il Gruppo Donne Imprenditrici di Confapi Emilia è proprio voler favorire la realizzazione di un sistema che valorizzi l'imprenditorialità al femminile. Il ruolo del Gruppo è contribuire a fare sistema supportando e incentivando le donne che fanno impresa all'insegna dell'innovazione sociale e della sostenibilità aziendale». Qual è il più grande ostacolo che una donna imprenditrice deve affrontare? «In primis se stessa. La società in cui viviamo infatti non è strutturata per tenere conto della diversità di genere. Per questo ritengo sia necessario per ciascuna donna, a maggior ragione se imprenditrice, lavorare sulla propria autostima. Le donne che ricoprono oggi ruoli strategici nelle aziende e nelle "stanze dei bottoni" sono ancora poche, e questo è un dato di fatto. Per essere imprenditrice oggi una donna deve avere bene presenti quali sono le proprie potenzialità e quali sono quei limiti su cui bisogna lavorare per migliorarsi. È come se, da un certo punto di vista, una donna imprenditrice debba essere coach di se stessa». C' è poi il problema della doppia professione madre/imprenditrice. «Si tratta di un binomio sicuramente non facile da gestire. Credo tuttavia che la carta vincente oggi per essere al contempo madre e imprenditrice sia quella della flessibilità. Proprio come non esistono orari specifici per essere madre, dal momento che essere genitore è tanto un lavoro quanto un obiettivo valido ad ogni ora del giorno, allo stesso tempo una madre-imprenditrice deve trasmettere la propria flessibilità e la propria capacità di lavorare per obiettivi anche nella propria azienda, cosicché non ci si fissi troppo, per esempio, sugli orari di lavoro, quanto piuttosto sul traguardo da raggiungere». Quali sono le competenze al femminile che meglio si adattano al cambiamento e alla trasformazione del mondo del lavoro? «L'attitudine a generare relazione, all'inclusione e all'ascolto, nonché la facilità di muoversi e lavorare in ecosistemi complessi. Competenze che, sebbene strategiche per le nostre aziende, di fatto fino ad oggi non hanno trovato sufficiente spazio all'interno delle stesse. Un'azienda alla fine è una grande famiglia, e nel fare famiglia, ovvero nel fare squadra, le donne sono, a mio parere, molto più capaci degli uomini». Come Gruppo Donne Imprenditrici su cosa state lavorando principalmente? «La nostra sfida è mostrare che un modello di sviluppo inclusivo è davvero possibile: in una società complessa, come quella in cui ci troviamo, un cambiamento positivo lo possiamo attuare solo attraverso la consapevolezza e un'azione partecipata. Muovendo da questi presupposti, oltre a proporre una serie di eventi che ora potranno essere realizzati solo tramite modalità online, stiamo lavorando per sottoscrivere un protocollo per combattere il gender gap dentro le aziende. Non meno importante il solido e strutturato percorso di formazione in ambito comunicativo che stiamo imbastendo».