La consulente Giordana Camerata, nata a Roma, da tempo risiede ad Ancona «Uniamo creatività, innovazione e soprattutto positivizzazione delle differenze»

Giordana Camerata. Fin dall'università grazie a un professore ha il pallino per il welfare bendale la obbligano a lasciare la cooperativa con cui collaborava perché incinta oggi e ambassador della community donne 4.0

“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto”. Oscar Wilde lo aveva capito già nel lontano Ottocento eppure, ancora oggi, questo messaggio fa fatica a passare. Nelle stanze dei bottoni, nel management di alto rango e in troppi settori del mondo del lavoro, le ribattezzate quote rosa sono un'eccezione ben lontana dall'essere regola. Ed il gender gap si vede anche nella disparità di stipendio rispetto ai colleghi uomini e nella poca attenzione che si è dataalla conciliazione tra famiglia e lavoro.


Il bisogno di equità

A cercare di cancellare il falso assioma che vuole le donne angeli del focolare piuttosto che in carriera, c'è la Community Donne 4.0.che nasce dall'esigenza di abbattere il digital gender gap e di coniugare il bisogno di equità con la convinzione che le grandi trasformazioni digitali e tecnologiche possano accelerare ed essere leve strategiche per l'empowerment femminile. Tra le ambasciatrici di questa rete c'è Giordana Camerata, che traccia subito il perimetro della questione: «ciò che è fondamentale è che le donne vengano incoraggiate all'espressione di sé, che abbiano uno spazio in cui essere riconosciute ed in cui riconoscersi reciprocamente. C'è un enorme bisogno di unire creatività, innovazione, e soprattutto positivizzazione delle differenze».


Le sue priorità

Nata a Roma ma da tempo residente ad Ancona, Giordana è anche, dal 2018, nel direttivo di Confapi Donna branca dell'associazione focalizzata sull'imprenditoria femminile e da tutta la vita lavora all'abbattimento del gender gap. Il suo pallino è stato sempre il welfare aziendale, «fin da quando, nel 2012, un mio professore all'università mi disse che era un aspetto pronto ad esplodere in Italia. Da allora divenne un tarlo e quell'interesse rimase costantemente nella mia testa». Dopo la laurea nel 2013 in Scienze dell'educazione e della formazione ad Urbino, inizia però come consulente familiare: «Mi occupavo di educative domiciliari come libera professionista in una cooperativa. Poi, quando nel 2016 sono rimasta incinta, mi hanno vivamente consigliato di lasciare l'incarico. Era un lavoro stressante, è vero (lavoravo con ragazzi affidati ai servizi sociali e con famiglie disagiate), ma non mi aspettavo quell'invito: eravamo un'equipe giovane, con presidenti della mia stessa età, e certe considerazioni me le sarei aspettate forse più da mentalità di altre generazioni».


Gli ostacoli

Esempio vivente degli ostacoli che vengono posti di fronte alle donne nel mondo del lavoro, Giordana non si lascia abbattere e, anzi, coglie positivamente l'occasione per riprendere il filo della sua immortale passione per il welfare aziendale. «Mi sono rimessa a studiare e ho ripreso in mano i testi sulla questione della conciliazione vita-lavoro. Nel 2017, sono approdata alla società Welfare Bit che si occupa di Pmi e lì mi sono formata». Nella Community Donne 4.0 è entrata da subito, cioè da quando si è costituita ad inizio 2020 allo scopo, non solo di scambiare informazioni e conoscenza, ma anche di sviluppare idee e progetti che utilizzino nuove tecnologie affinché le donne possano essere protagoniste della costruzione del futuro villaggio globale.


La forza delle donne

«Ho trovato nel suo scopo tutti i motivi che mi fanno amare il mio lavoro, perché credo nella forza delle donne, perché si cresce solo camminando insieme e perché voglio prendermi la responsabilità di mettermi in gioco per il cambiamento. Una donna che deve tirarsi indietro dal lavoro per carichi familiari è una perdita per la società intera, non per la singola persona. Serve un cambio di mentalità e le Marche sono ancora abbastanza indietro su questo». Tra le iniziative per far sì che questo cambiamento avvenga davvero, la Community-distribuita in varie regioni italiane è stata tra le promotrici e sostenitrici della campagna #datecivoce, «che ha portato il Presidente Conte ad inserire 11 donne nelle task force e ha fatto arrivare la nostra protesta fino al New York Times. Una campagna fatta perché la ricostruzione del Paese doveva essere un progetto condiviso da uomini e donne: non una campagna fatta dalle donne per le donne, ma dalle donne per il Paese. Questo è il motivo per cui sono ambassador della Community e sono orgogliosa di esserlo», afferma fieramente Giordana.


I webinar

Tra giugno e luglio terrà dei webinar sui temi di welfare, salute e conciliazione vita lavoro connessa a innovazione tecnologica. Le due fondatrici della Community Darya Magjidi e Gabriella Campanile avevano progettato un corso sull'empowerment e la leadership delle donne per l'industria 4.0, in collaborazione con Artes 4.0, da presentare in 10 città italiane durante il 2020, con tappa ad Ancona programmata per il 29 maggio. Poi l'emergenza Covid ha messo tutto in stand by, così gli workshop si sono trasformati in un roadshow on line. «Nei webinar discuteremo dello sviluppo delle tecnologie nell'imprenditoria femminile spiega Giordana Il primo webinar, ad esempio, tratterà di normative e tecnologia a servizio di impresa e famiglia. Altri invece, approfondiranno tematiche diverse, come quella della gestione delle emozioni nell'era digitale».


La tecnologia

«Nella tecnologia sottolinea vediamo la spinta all'empowerment femminile, ma ci occupiamo anche di altri argomenti che hanno comunque come filo conduttore il raggiungimento della parità di genere, obiettivo ancora parecchio lontano. Mi è rimasta impressa una frase di Papa Francesco, che ha sottolineato come "la diversità che Lui crea fa l'unità e l'armonia". La condivido in pieno: la diversità non deve essere mobbing, ma base comune». Il roadshow online proseguirà fino al 3 dicembre.

Martina Martinangeli