L'allarme. Confapi: un'azienda si indebita per crescere, non per finanziare l'inerzia

Negli ultimi tre mesi le richieste di finanziamento aumentate del 250% olmo

Le aziende italiane sono pronte a ripartire ma dopo due mesi di fermo, da sole, la ripartenza è difficile: il bisogno di liquidità nelle ultime settimane ha portato a un'impennata di richieste di finanziamenti con un +290% in quella tra il 27 aprile e il 3 maggio e rispettivamente un +247% e un +249% nelle due successive.

 

Il dossier

«Non è logico per un'azienda contrarre un debito per finanziare il fermo attività, è logico indebitarsi per far crescere la propria attività afferma Giorgio Delpiano, presidente Confapi Sardegna Il fermo ha messo in difficoltà le imprese, perché i costi fissi non sono stati annullati e per questo devono finanziare il fermo di produzione imposto dal decreto e non da cause interne, per questo ci si aspettava una mano d'aiuto a fondo perduto». La recente analisi condotte dal Crif (centrale rischi finanziari) ha rilevato che il 37% delle imprese si sta trovando ad affrontare questa fase di emergenza partendo da situazioni di liquidità già delicate, mentre un ulteriore 7% non ha particolari margini di manovra, determinando così la necessità di liquidità pari a 60 miliardi. «In un primo momento sembrava che il Governo volesse mettere a disposizione dei contributi a fondo perduto, ma così non è stato aggiunge Si è data la possibilità di usufruire di finanziamenti agevolati. Servirebbe qualche sostegno in più che sembra verrà dato dal decreto Rilancio e forse anche dalla Regione: diverse attività, pur avendo riaperto, subiranno un calo del fatturato e vanno per questo sostenute, in Sardegna basti pensare al settore del turismo».

 

Sostegno ai salari

La necessità di liquidità nasce dalla mancanza di incassi durante il lockdown, ma anche per sostenere i salari dei dipendenti in attesa della cassa integrazione. «C'è molta diffidenza da parte delle banche, temono che le aziende non siano in grado di portare avanti l'attività neanche con questi prestiti conclude Non a tutti sono stati concessi, si è fatto un discorso di merito: per le aziende in salute non è stato difficile ottenerlo, quelle invece già in difficoltà si sono viste negare l'aiuto».

Francesca Melis