Proposta di Confapi
FABIO RUBINI

Da Majorino a Fratoianni, passando per mezzo Pd e sinistrume vario, sono in parecchi in questi giorni che chiedono il commissariamento della Lombardia. Tutta gente che, evidentemente, non sa di cosa sta parlando. Tutta gente alla quale, seppur in maniera indiretta, prova a rispondere Confapi, l'associazione che raggruppa le medie e piccole imprese, che ha deciso di lanciare una serie di proposte rivolte al governo perché «la Lombardia è il fiore all'occhiello della nazione. È in ginocchio e se non si rialza lei, non si rialza tutto il paese», spiega Nicola Spadafora, presidente Confapi Milano. Per questo serve un piano per il rilancio che non può certo passare dai soldi dati in prestito dalle banche con le garanzie dello Stato. «Il punto da cui partire per spiegare le nostre proposte spiega Spadafora è che quello che è successo alla Lombardia non ha eguali nel mondo. Per questo, davanti a una situazione eccezionale, servono reazioni altrettanto eccezionali». Ed eccole, dunque queste "reazioni". «Innanzitutto vanno agevolate le aziende del territorio. Come? Sbloccando i cantieri e facilitando gli affidi diretti delle opere pubbliche, un po' sul modello di Genova, che ha ricostruito il ponte senza impantanarsi nei mille rivoli della burocrazia. Poi prosegue il presidente bisogna aiutare quelle aziende che sono ferme da 45/60 giorni sospendendo loro il pagamento delle utenze e degli affitti». E non è finita qui, perché Confapi propone anche un tavolo «con la Regione e le parti sociali per trovare soluzioni condivise per la ripartenza. Anche perché è chiaro a tutti che le aziende, almeno all'inizio non potranno riprendere con la stessa capacità produttiva di prima. Solo che di questa cosa non ne parla nessuno e noi siamo preoccupati...». C'è poi un'altra proposta "forte" che Confapi lancia anche con Antonio Maria Leonetti, manager dell'area sviluppo: «Oltre al modello Genova per quel che riguarda la burocrazia, per la Lombardia servirebbe anche una vera e propria legge speciale sul modello di quella fatta tempo addietro per Roma Capitale. Inutile girarci attorno. Qui servono soldi veri e subito. E poi prosegue Leonetti noi nel 2017 abbiamo votato in massa un referendum per chiedere maggiore autonomia, non certo per essere commissariati. Vogliamo risposte anche su questo». A proposito di soldi veri, Confapi non ha molto gradito le misure messe in atto dal governo: «Ci hanno detto di aver usato il bazooka provano a scherzare Spadafora e Leonetti ma a noi sembra più una pistola d'acqua, e pure senza acqua...». Il perché di questo giudizio negativo è presto detto: «Intanto la prima fase doveva essere come quella di Germania, Francia e Svizzera, ovvero soldi da versare immediatamente sui conti correnti delle imprese, delle partite Iva, dei lavoratori. Poi, in un secondo momento, potevano andare bene anche le misure adottate dal nostro Governo. Ma è chiaro chiude Spadafora che quelli non sono soldi a fondo perduto: si sta chiedendo alle aziende in difficoltà di indebitarsi. E paradossalmente è anche difficile farlo, visto che le richieste delle banche non sono ottemperabili dalle aziende. Così si risolve poco». Il messaggio è chiaro. Altro che commissariata. Al contrario, la Lombardia va finanziata. Le idee di Confapi La Lombardia va finanziata, non commissariata