Elettrico o benzina? Il futuro dell'automotive sotto la lente di Api
 
Se la confusione è grande sotto il cielo, non resta che provare a orientarsi. Così accade nel mondo dell'automobile, tra futuro elettrico, idrogeno, innovazioni nella combustione, con effetti a catena nella componentistica a tutti i piani della subfornitura. «C'è confusione? dice Douglas Sivieri, presidente di Apindustria -. Chiamiamo degli esperti. Il senso del convegno sulle prospettive del settore dell'automotive è questo». L'appuntamento di giovedì è alle 16,30 nella sede dell'associazione di via Lippi 3o: Simone Franzò (Politecnico di Milano) punterà l'attenzione sulla mobilità elettrica e le infrastrutture di ricarica; Paolo Benedet (Associate Partner McKinsey & Company) traccerà il quadro generale sulle implicazioni sul sistema produttivo legate alle trasformazioni in atto nell'automotive; Alessio Facondo (Ceo Rms Srl, già direttore Leonardo spa) si occuperà di «Rischi ed opportunità per la supply chain del settore automotive come conseguenza dei cambiamenti attesi». «Non abbiamo la presunzione di dare risposte definitive, ma vogliamo fare una fotografia della situazione, capire a quali venti siamo soggetti», osserva Mariella Soncina, presidente di Unionmeccanica Confapi Brescia. «Il problema per le imprese è l'incertezza ricorda Claudio Teodori, docente del dipartimento di Economia della Statale e moderatore del convegno di giovedì -, e questo è tanto più vero in una provincia come la nostra, regina della componentistica del settore auto». Sapendo che molto sta cambiando ma che il motore a combustione interna resterà ancora per diversi anni il re del mercato. E sapendo che l'automotive è stato quello che in più di una occasione ha tenuto in piedi il sistema Italia. «Per questo capire cosa accade è importante per tutti», osserva Teodori.
Thomas Bendinelli