Industria, crescita dimezzata rispetto al primo trimestre

Da Confindustria e Confapi previsioni negative per l'autunno: pesa il caro energia

Complici i folli rincari energetici, il perdurare della guerra e l'inflazione galoppante, da aprile a fine giugno la crescita della produzione industriale rallenta: si è sempre a un +5,8% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno ma la crescita è dimezzata rispetto al primo trimestre, quando era al 10,5%. 11 calo della produzione è costante da un anno, dal boom per la ripresa post Covid. A dirlo è il Centro Studi di Confindustria Brescia. Gli incrementi più pronunciati ci sono stati nelle piccole imprese (3,6%), mentre sono inferiori nelle realtà di medie dimensioni (0,8%), e quelle più grandi evidenziano una flessione (-2,0%). Crescono oltre la media i comparii chimico, gomma, plastica (+4,0%) e meccanica (+3,1%). Si rilevano dinamiche in contrazione per il legno e minerali non metalliferi (-0,3%), la metallurgia (-2,2%) e l'alimentare (-6,6%). La scarsità di materie prime e semilavorati emerge ancora come il principale fattore che limita la produzione, essendo segnalato dal 3096 degli operatori. Da sottolineare anche il cambio di strategia nella gestione del magazzino: il 46% delle aziende contattate è passata da un approccio "just in time" (produzione attivata solo quando viene richiesto) ad uno "just in case" (prevede la sovrapproduzione di beni per poter avere a magazzino in qualsiasi momento). Una reazione agli imprevisti congiunturali degli ultimi due anni. Ad ogni modo le previsioni per i prossimi mesi sono all'insegna dell'incertezza: la produzione è prevista in aumento da 24 imprese su 100, stabile dal 49% e in calo dal rimanente 27%. «L'industria bresciana continua a mostrare segnali di tenuta, in un contesto operativo sempre più aspro, caratterizzato dagli esorbitanti costi dell'energia, dall'endemica difficoltà nell'approvvigionamento dei materiali» commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia, che ricorda gli annosi problemi legati al mismatch lavorativo che caratterizzano la nostra provincia e le lacune nelle competenze STEM. Per Beretta il contesto generale rimane decisamente complicato, anche a causa della situazione politica italiana, per cui le prospettive «rimangono decisamente incerte, a prescindere dal risultato elettorale di settembre». Anche per Confapi, nel secondo trimestre gli ordini segnano un rallentamento vistoso (per 3 su io si riducono) così come produzione e fatturato (in riduzione per il 25% circa delle imprese). E le previsioni su prezzi e fornitura energetica sono pessime. Il presidente di Confapi MAURIZIO CASASCO ha consegnato a Mario Draghi il dossier energia, con la richiesta di istituire una cassa integrazione in deroga e di velocissima attivazione a causa degli aumenti dell'energia, tipo quella istituita per il Covid. Per molte aziende oramai è antieconomico produrre. I ristori non sono sufficienti e soggetti a lungaggini burocratiche esasperanti. Il tetto Ue al prezzo del gas? Per Confapi «i governi devono avere il coraggio di dire basta e mettere in atto una prova di forza contro chi sta stra-guadagnando sulla pelle di aziende e famiglie».