Milleottocento posti vuoti nelle Rsa piemontesi messe a dura prova dal Covid. L'allarme e l'appello, per la netta riduzione di nuovi ingressi nelle strutture socio-assistenziali in convenzione con la Regione, arriva dal vicepresidente di Confapi Sanità Michele Colaci, componente del consiglio direttivo di Api Sanità Torino: «Attualmente le Rsa piemontesi hanno 1.800 posti in convenzione che sono inutilizzati. Si tratta di un incomprensibile vulnus nell'offerta». Qualche giorno fa l'assessora regionale al welfare Chiara Causino e il collega alla sanità Icardi hanno assicurato che nei prossimi giorni arriverà una delibera: le risorse per le convenzioni saranno vincolate. I fondi non potranno essere dirottati altrove. In attese che le dichiarazioni si concretizzino in atti certi, Confapi sottolinea che il problema riguarda sia gli anziani più fragili e le loro famiglie che non trovano una risposta ai loro bisogni di assistenza, sia chi lavora in un settore fortemente penalizzato dalla prima fase della pandemia. «E' urgente un immediato cambio di passo da parte delle Asl, sostiene Colaci. Non è certo questo il modo migliore per rispondere all'emergenza che il territorio sta affrontando». L'auspicio è che si possano accelerare le procedure per facilitare nuovi ingressi di ospiti nelle strutture: «E' indispensabile ripristinare una condizione di normalità. Pertanto, auspichiamo da parte della Regione un intervento di indirizzo nei confronti delle direzioni delle Asl affinché la ripartenza degli inserimenti sia omogenea». Dopo la forte crisi subita dalle case di riposo la scorsa primavera, nei mesi passati, prosegue il vicepresidente di Confapi: «Le case di riposo hanno sostenuto ingenti investimenti in attrezzature e formazione del personale e per tutti questi mesi hanno rappresentato una delle trincee nella lotta al Covid-19. Ora è doveroso dare loro fiducia».