Nel memoradum inviato al premier il presidente Casasco propone la revisione della legge fallimentare e stimoli agli investimenti

 

DI NICOLA CAROSIELLI

In un momento di grande sfida come quello attuale, mai affrontato nei tempi moderni, si rende quanto mai necessaria la collaborazione tra istituzioni nell'intento comune di riaccendere il motore del sistema Paese. Parte da questo spirito il memorandum inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte dal presidente dell'associazione Confapi Maurizio Casasco, che ME-Milano Finanza ha potuto visionare. Il paper, elaborato grazie ai riferimenti strategici dell'avvocato Michele Briamonte, managing partner dello studio legale Grande Stevens e, per la parte scientifica, di Fondazione Lorenzini-New York, ha rilevato alcuni temi critici, strettamente correlati, con altrettante proposte per fronteggiarne gli impatti. In primis, il minimo storico raggiunto dalla curva della confidenza e fiducia delle persone in Italia, ormai «una delle sfide più importanti da vincere per restituire speranza». In questo senso, potrebbe essere opportuno per esempio svolgere «un'attività adeguatamente pubblicizzata di sanificazione e sicurezza delle infrastrutture comuni». Guardando poi a temi strettamente economici, serve innanzitutto prendere maggiore consapevolezza dell'impatto che stanno subendo le cosiddette attività cash driven (ristoranti, piccoli alberghi, palestre, piccoli studi professionali o piccoli negozi al dettaglio), che porterà buona parte di questi esercizi a non avere la capacità di riaprire o raggiungere presto i livelli pre-lockdovvn. In questa prospettiva potrebbe essere utile «introdurre misure di sostegno alla riapertura delle attività e meccanismi di protezione che non falcidiino i creditori ma rendano attuabile una ripresa». Uno strumento utile alla causa potrebbe essere l'allargamento delle maglie dell'art. 182-bis della legge Fallimentare e anche una modifica della stessa sui presupposti dell'insolvenza». Accanto, bisognerà poi gestire l'impatto della situazione di fermo totale sugli investimenti già pianificati. Per questo Casasco suggerisce di introdurre «misure di fiscalità amichevole nei confronti delle risorse investite o, nei limiti del possibile, linee di credito facilitate per mantenere le attività di investimenti già programmati». Da qui ci si dirige a uno dei punti trattati su questo giornale sia da Briamonte che da Casasco, ovvero il tema dei flussi di liquidità e credito che le banche dovranno essere in grado di garantire. La proposta è quella di «sospendere l'applicazione dell'Ifrs 9 (in tema di crediti deteriorati, ndr) ed eliminare la pretesa del merito creditizio delle imprese per essere finanziate, modificando l'art. 49 comma I lettera g) del Decreto Cura Italia». Non solo cassa, perché questo grave shock si riverserà inevitabilmente sul tasso di disoccupazione, considerando anche come, secondo l'Istat, un quinto degli occupati siano a tempo determinato, quindi esposti al rischio disoccupazione. Così, potrebbe rivelarsi opportuno stimolare alcune variabili in modo da rendere possibile il riassorbimento di chi perderà la propria occupazione. Per esempio si potrebbe procedere «alla defiscalizzazione degli oneri sociali nei limiti della capienza di bilancio dello Stato» o anche «a una riapertura intelligente e in sicurezza delle attività ora totalmente impedite (come il social distancing, ndr), dopo avere svolto le idonee attività di teste controllo medico». Una soluzione, quest'ultima, che potrebbe rivelarsi utile anche per sostenere le attività di vendita al dettaglio, andando così a sostenere l'indice di riferimento. (riproduzione riservata)