Tre punti, fondamentali per il futuro del territorio padovano. Le elezioni amministrative della prossima primavera in provincia di Padova riguarderanno 16 comuni. In vista di questa importante scadenza Confapi Padova lancia un appello ai candidati sindaco basato su tre priorità:
1) reindustrializzare il territorio, riqualificando le aree produttive;
2) defiscalizzare, ovvero ridurre o eliminare le imposte che gravano sulle attività;
3) integrare l’imprenditoria e la manodopera straniera, ma solo nell’assoluto nel rispetto delle regole.

“In qualità di Associazione che rappresenta le piccole e medie industrie – spiega Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova – non possiamo che auspicare che il confronto sia invece basato su programmi concreti e che prevalga chi avrà la capacità di offrire una visione di ampio respiro che consenta di favorire il rilancio economico e l’occupazione. In quest’ottica, abbiamo individuato tre punti chiave, che ci auguriamo entrino nel dibattito pubblico e siano presi in considerazione dai candidati”.
Secondo Confapi Padova il territorio va rilanciato sotto il segno dell’attività produttiva e dell’innovazione. “Un piano di riqualificazione delle zone industriali – sottolinea Valerio – è necessario, operando interventi integrati con la viabilità delle varie aree e in grado di offrire soluzioni strategiche a problemi esistenti. All’imprenditore si pone la sfida della competitività, alle istituzioni il compito di non ostacolarla”.  E da qui si arriva al secondo punto in agenda, il carico fiscale, che per le imprese più piccole arriva a oltrepassare il 50%, a cui si sommano i costi dei professionisti esterni a cui devono rivolgersi le aziende che non hanno una struttura amministrativa. “È impensabile immaginare investimenti, quindi ripresa – dice il presidente di Confapi Padova – in un territorio in cui la pressione fiscale resta così alta. I margini di manovra dei sindaci sono relativamente ristretti, ma restano legati a Imu, Tari e alle addizionali locali dell’Irpef: soltanto riducendo le imposte locali sull’attività industriale sarà possibile rendere l’area nuovamente attrattiva per le imprese”.
Il terzo punto riguarda l’integrazione e l’accoglienza. Il numero di imprenditori extracomunitari nel territorio padovano, nel 2016, per la prima volta ha sfondato il tetto degli 8.000. Per non parlare, poi, del peso che riveste la manodopera straniera già presente nella provincia. “Di fronte a questi numeri – conclude Valerio – è evidente che non ha senso alzare barricate, occorre invece provare a governare il fenomeno cercando di favorire l’integrazione, perché è l’unico modello di sviluppo da seguire e un’opportunità per far crescere tutto il territorio.