Il 4 Novembre, il Presidente Casasco, accompagnato dal DG Amorosini, è stato ascoltato sulla Legge di Bilancio in audizione congiunta dalle Commissioni di Camera e Senato. “Come Confapi guardiamo con particolare attenzione e interesse alla Legge di Bilancio 2017 - ha osservato il Presidente - Negli ultimi trent'anni, nel succedersi di Governi di diverso colore, abbiamo più volte lamentato un'assenza, anche in sede normativa, di politiche organiche che tutelassero e favorissero lo sviluppo delle piccole e medie industrie italiane. Queste misure hanno il pregio di un approccio sistemico, coerente e organizzato che può andare oltre l'immediatezza o la convenienza politica”.
“Vorremo però - ha sottolineato - che non si sottacesse il tema della pressione fiscale: vero cappio al collo delle nostre aziende”. Casasco ha anche ricordato che “in Italia siamo molto sopra la media europea per i tempi di pagamento anche tra privati. Viene sistematicamente disattesa la direttiva europea  che stabilisce tempi certi e molto al di sotto della nostra media, con la conseguenza che le nostre Pmi di fatto fanno da banca alla grande industria o devono sottostare agli alti interessi dei factoring spesso di proprietà di quest’ultima. Così  si portano allo stremo le piccole e medie imprese, ostacolandone la crescita e la competitività”.  
Confapi ha chiesto anche il ritorno al 40% del soddisfacimento minimo dei creditori chirografari nel caso di concordati liquidatori. “La modifica introdotta nel 2015, che ha portato da “0” al 20% il soddisfacimento – ha detto il presidente Casasco - non è sufficiente infatti a scoraggiare concordati che portano gravi conseguenze a quei creditori che vedono svanire il valore dei loro crediti”. Occorre tornare a portare valore alle procedure concordatarie che, altrimenti, si risolvono solo a vantaggio di comportamenti irresponsabili sul mercato. Il 40% è il minimo di soddisfacimento per evitare una beffa all’imprenditore sano che rischia altrimenti di incappare a sua volta in crisi aziendale per colpa della mancata soddisfazione del suo credito.
Confapi ha quindi chiesto al Governo di intervenire per trovare le giuste soluzioni a queste questioni e continuerà a lavorare a livello istituzionale, e in ogni altra sede competente, per far rimuovere ostacoli al percorso di crescita e sviluppo delle Pmi che coincide con quello dell’intero Paese.