Roma, 16 ottobre – “Sulla vicenda Stellantis occorre fare immediatamente chiarezza e arrivare a interventi urgenti. Bisogna capire quali sono i reali progetti del gruppo qui in Italia e trovare una soluzione per salvaguardare una volta per tutte posti di lavoro e know-how anche delle tantissime piccole e medie industrie dell’indotto. Se non si dovessero trovare in tempi stretti valide soluzioni, la prospettiva è la desertificazione”. Lo dichiara il Presidente di Unionmeccanica Confapi, Luigi Sabadini.
“L’Italia in cui la Fiat è nata e cresciuta con fior di contributi statali – aggiunge - è ora sostanzialmente abbandonata sia come sede fiscale e sempre più progressivamente anche come sede produttiva: lo dicono i numeri impietosi della produzione di auto di Stellantis in Italia e le continue riduzione di dipendenti del gruppo stesso nel nostro Paese. Sembra che l’offerta dei modelli di Stellantis non risulti attrattiva sul mercato almeno quanto quella della concorrenza occidentale, nonostante l’azienda vanti anche marchi blasonati in portafoglio: è una politica di gamma che le Pmi della catena di fornitura da tempo subiscono soltanto, assieme ai dipendenti estromessi dal sistema produttivo italiano”.
Per Sabadini “mentre è scontato il fatto che l’Europa non ha per tempo presidiato l’approvvigionamento dei materiali critici per la tecnologia delle vetture elettriche, è tutto da dimostrare il reale livello di costi della conversione all’elettrico, poiché è evidente che siamo in presenza di un dumping sui prezzi delle automobili cinesi attuato per invadere il nostro mercato. È bizzarro pensare che tali costi debbano ricadere tutti sulle spalle dei fornitori domestici, delle nostre Pmi e dei lavoratori Italiani. I soli incentivi non risolvono la crisi del settore soprattutto se non c’è una politica industriale condivisa anche a livello di filiera, ma sicuramente gli incentivi non posso più essere erogati in base a un generico impegno di produzione futura”.
“Poiché si parla di soldi dei contribuenti Italiani – conclude il Presidente di Unionmeccanica Confapi - questi incentivi, dovrebbero essere riconosciuti solo se il mezzo acquistato ha una consistente percentuale di componenti ‘Made in Italy’ montati sulla vettura stessa: ciò sarebbe di forte aiuto per il nostro indotto e non solo per le case automobilisti le quali altrimenti si approvvigionano con catene logistiche lunghe, e quindi su basi produttive globalizzate. Possibile che con tutta la storia dei nostri celebri marchi e il know how delle nostre maestranze l’unica strada percorribile è quella di far subentrare dei competitor stranieri nei siti italiani di Stellantis?”.