Il 2022 del made in Brescia si chiude con un record per le vendite all`estero, pari complessivamente a 22,3 miliardi di euro, in rialzo del 17,7% sul 2021. In forte crescita anche le importazioni (+24,4%), passa-. te dagli 11,5 miliardi circa del 2021 ai 14,3 miliardi del 2022. Il saldo commerciale è di conseguenza positivo per circa 8 miliardi di euro, rispetto ai 7,5 dell`anno precedente. La crescita dell`export registrata lo scorso anno a livello provinciale ha interessato in modo significativo anche l`ultimo trimestre del 2022. A osservarlo sono i dati sul commercio estero diffusi dall`Istat. In una nota il centro studi di Confindustria Brescia osserva che sul risultato «incidono, in particolare, i livelli elevati dei prezzi delle materie prime industriali e la buona performance del commercio internazionale, oltre al dinamismo mostrato dall`industria locale». Brescia, insieme a poche
altre province, è tra quelle che ha avuto le maggiori performance. Tra i mercati di destinazione, le dinamiche più intense riguardano i flussi verso Germania (+21%), Stati Uniti (+29%), Brasile (+36%) e India (+56%). In controtendenza, ma ce lo si poteva aspettare per ovvi motivi, Russia (-8,7%) e Cina (-18%). In generale l`Ue resta il mercato privilegiato (65% del totale), ma col segno decisamente positivo sono anche America settentrionale e centro meridionale. In crescita ma in misura più modesta la dinamica commerciale verso l`Asia (1,9 miliardi circa, +8,7%) e addirittura in calo quella verso l`Africa (516 milioni di euro, -2%). Nell`ultimo trimestre, quello più difficoltoso dal punto di vista della domanda, che è andata progressivamente raffreddandosi, si registra un rallentamento verso la Germania, «un movimento verosimilmente ascrivibile al- le difficoltà della locomotiva tedesca, che potrebbe protrarsi anche per il 2023», osserva ancora nella nota a commento il centro studi Confindustria Brescia. «Se il rialzo delle materie prime incide sulle dinamiche record dell`export bresciano, è però altrettanto vero che il nostro sistema produttivo continua a dimostrarsi fortemente competitivo, grazie alla sua capacità di innovare e al suo know how - commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all`Internazionalizzazione -. Non dimentichiamo, in questa analisi, anche il deprezzamento dell`euro nei confronti delle principali valute estere, dollaro in primis, che ha favorito le vendite al di fuori del Vecchio Continente». «Ancora una volta Brescia archivia un risultato di grande valore per le sue imprese - sottolinea Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia nel commentare i dati rielaborati dal centro studi dell`associazione da lui guidata -. Molte aziende chiudono quindi positivamente il 2022, seppur con numeri in parte dopati dall`inflazione e influenzati dall`aumento delle importazioni». Da parte sua anche una sottolineatura sull`automotive. comparto che pesa enormemente nella geografia manifatturiera locale: «Conosciamo l`importanza dell`automotive per Brescia e sappiamo che la Germania è uno dei nostri maggiori partner commerciali. Cercare quindi di pianificare una transizione verso il green che non sia solo elettrico, come si sta facendo a livello di sistema e come facciamo anche noi in ambito associativo nazionale, risulta ancora più importante e strategico per la nostra industria, che rischierebbe al contrario di essere fortemente penalizzata».