I segnali c'erano tutti ma ora arriva la conferma: il terzo trimestre, dopo una prima parte dell'anno ancora in forte crescita, inizia a segnare il passo. A dirlo è il centro studi Apindustria Confapi Brescia che, nell'analisi congiunturale che interroga 100 Pmi associate in prevalenza metalmeccanica, a proposito del terzo trimestre registra «tangibili segnali di rallentamento». Lo dicono i numeri sul fatturato, sulla produzione e, in misura anche maggiore, sugli ordinativi. Che aumentano per meno di un'impresa su tre (31%), sono stabili per il 27% e sono in calo (rispetto al trimestre precedente) per quasi il 40% del campione. In particolare a pesare sulla situazione è il mercato domestico, il più rilevante per il tessuto delle Pmi. A contribuire al calo, ricorda il centro studi, è anche che il terzo trimestre tradizionalmente fa così ma ciò non toglie l'esistenza di qualche nuvola di troppo. I costi dell'energia restano cari, anzi aumenta il numero di imprese che se ne lamenta, ma proprio da qui arriva forse qualche raggio di sole, se non per l'oggi almeno in prospettiva. «Rimane purtroppo corposo il fronte delle imprese che non hanno al momento soluzioni pronte per fronteggiare con economicità la situazione - sottolinea infatti l'indagine -, ma una parte consistente di associati (un'impresa su tre in modo forte) sta valutando e mettendo in atto soluzioni concrete volte al risparmio energetico e a fonti alternative rispetto a quelle tradizionalmente in uso». Il tema non è secondario, perché significa che diverse aziende non stanno subendo la situazione complicata da ogni punto di vista ma stanno cercando di affrontarla per quel che possono fare, ovvero risparmiando laddove possono e trovando fonti alternative. «Il rallentamento nel terzo trimestre era previsto e non stupisce - afferma Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Interessante è il fatto che le aziende si stiano muovendo per trovare soluzioni al caro energia, attraverso politiche di energy saving o di implementazione delle energie alternative. È un percorso che come associazione stiamo sostenendo da tempo e sul quale stiamo lavorando in modo attivo. Puntiamo a diventare un centro di riferimento a livello territoriale sulle comunità energetiche, convinti che la strada della produzione localizzata di energia sia davvero in grado di dare risposte utili alle imprese e all'intera comunità in pochi mesi, a differenza di altri progetti con tempi incerti e sicuramente molto più lunghi». Entro fine ottobre dovrebbero finalmente arrivare dal Mise i decreti attuativi sulle comunità energetiche, e da lì in poi potrebbe arrivare un'accelerazione sul tema. Dopodiché bisogna continuare ovviamente a sollecitare «misure adeguate a livello nazionale e soprattutto europeo per avere un mercato energetico meno legato a logiche speculative».