Caffè Moak e Confapi fanno parte della decina di imprese che hanno aderito al progetto di metaverso

Neppure il tempo di abituarsi allo smart working che già il concetto di lavoro da remoto diventa obsoleto. Vecchio, superato. Il futuro, per le imprese quantomeno, è il metaverso, una realtà virtuale dove si è rappresentati in 3D tramite degli avatar. Detta così può sembrare un'enunciazione avveniristica da kolossal di fantascienza. Ma la fantascienza, stavolta, c'entra poco e l'era di Internet 2.0 non è poi così lontana. Dovevamo intuirlo da quando, l'anno scorso, Mark Zuckerberg aveva annunciato il passaggio da Facebook a Meta. Qualcuno in Sicilia lo ha capito. È Arduino Leone, imprenditore siracusano, che ha creato una città digitale in cui in si incontrano le imprese. C'è tutto quello che ci deve essere: quartieri, negozi, musei, ma soprattutto uffici, palazzi e un auditorium dove organizzare le riunioni. «All'interno della città digitale i professionisti si incontrano, creano rete, fanno meeting, videoconferenze e si scambiano documenti: in sostanza possono organizzare il lavoro come meglio credono, grazie a un'esperienza personalizzata e a una realtà completamente immersiva», spiega Leone. Funziona così: ogni impresa compra uno spazio nella città digitale e organizza il proprio ufficio o palazzo in base alle sue necessità. Tremila e cinquecento euro il costo per un ufficio nel metaverso, mentre per avere un palazzo ci vogliono da 14mila a 40mila euro, a seconda di quanti uffici è in grado di ospitare. «È un grande risparmio per le imprese dice l'imprenditore quarantaseienne Attraverso la piattaforma digitale, si abbattono i costi vivi dell'azienda, si eliminano quelli di spostamento e si ottimizzano i tempi di lavoro, in modo da massimizzare le prestazioni professionali». Sono già una decina le imprese che hanno aderito al progetto di Leone. Tra queste c'è Caffè Moak. «La pandemia ci ha insegnato che gli strumenti digitali possono essere utilizzati molto di più di come si faceva prima: il metaverso è la nuova realtà in cui tutte le imprese si muoveranno, o si stanno già muovendo spiega Annalisa Spadola, direttrice marketing dell'azienda Nel nostro ufficio incontreremo i nostri clienti e le altre imprese per fare rete, esattamente come abbiamo fatto fino a ora, ma nel mondo virtuale». C'è anche chi, come Confapi, ha comprato un intero palazzo. Nella città digitale svetta l'edificio a vetri della Confederazione delle piccole industrie siciliane che «dà la possibilità a tutte le imprese iscritte di incontrarsi nel metaverso, dove si svolgono le nostre assemblee di confederazione e i nostri convegni - racconta Debora Mirabelli, presidente di Confapi Sicilia -. L'idea di fondo è di favorire le relazioni tra gli associati che potranno, ad esempio, sottoporci i brevetti, consultare i nostri registri e condividere con noi le fasi produttive dell'azienda». I margini di crescita sono enormi. «Se anche solo l'un per cento delle piccole imprese attive sul territorio italiano aderissero al progetto, il fatturato sarebbe di oltre 246 milioni di euro a fronte di un investimento che al momento è di 300mila euro ma che nei prossimi mesi sarà il doppio perché da un lato stiamo ampliando la città prevedendo l'inserimento di attrattori turistici, come mostre, con apposite sezioni turistiche, dall'altro lato stiamo assumendo nuovo personale tra programmatori, ingegneri, architetti e designer», racconta Arduino Leone. La sua D-service Italia ha sede a Palermo, a Trapani e in Svezia, ma tutto è iniziato in uno scantinato, un po' come fu per Steve Jobs. «Aggiustavo computer e tablet per pochi spiccioli, ma sognavo di fare grandi cose e ho iniziato a interessarmi di cyber sicurezza e di videogiochi in realtà aumentata con tecnologia Oculus: da qui nasce il metaverso spiega Leone Ho idee folli e cerco di metterle in atto». L'idea della piattaforma digitale business to business nasce durante la pandemia: «Nei mesi del lockdown, quando si lavorava in smart working, ho capito che poteva esistere un modo per interagire più velocemente prescindendo dagli spazi fisici: nel mondo virtuale siamo più efficienti, tutto è più rapido, non ci sono tempi morti. Il mondo è cambiato e bisogna stare al passo coi tempi».